A Roma apre l'Anticafè: paghi il tempo, non quello che consumi

A Roma ha aperto l’AntiCafè: paghi il tempo, non quello che consumi

5 Agosto 2014 - di Claudia Montanari

ROMA – A Roma è arrivato l’AntiCafé: il primo “bar” in cui tutto è gratis tranne il tempo. Caffè, cappuccino, pasticcini, snack: ti servi, consumi al tavolo e non paghi nulla, se non il tempo trascorso nel locale.

È arrivata anche a Roma la prima formula di “anticafè”, un luogo in cui puoi lavorare connesso alla rete wifii, leggere un libero, ma anche giocare al pc o a qualche gioco di società e nel frattempo consumare quello che vuoi: l’unica cosa che pagherai sarà il tempo trascorso nel locale.

Una idea a dir poco originale che in un certo senso rivoluziona il senso di “bar”. Federica Colonna sul Corriere della Sera ci spiega in maniera esauriente cosa sia questo nuovo fenomeno dell’Anticafè, che ha già due sedi a Parigi e che da giugno scorso è presente anche a Roma:

Tutto all’Anticafé è condivisione: del tempo, degli spazi di lavoro, del cibo, delle idee. Il locale, aperto a fine giugno nella zona di San Giovanni, in via Veio 4B, è il primo nella Capitale e il terzo della omonima catena francese – i due bar parigini, nati nella primavera dell’anno scorso, si trovano al Louvre e a Beaubourg. Arredato dal collettivo BonkersLab, composto da tre ragazzi usciti tutti dallo Strate College Designers di Parigi, l’Anticafé romano sembra l’astronave della post-modernità atterrata in città, il posto dove Zygmunt Bauman prenderebbe volentieri un tè

All’Anticafè, dunque, tutto ciò che consumi è gratis: mangi a volontà e il conto si salda solo in base al tempo trascorso nel locale:

“In mezzo ai tavoli, tempo di lavoro e tempo libero si mescolano insieme, come nella più classica delle esistenze liquide, e si può fare tutto. Portarsi il cibo da casa, mangiare e bere all’open buffet, ascoltare musica, farsi fare una spremuta – al costo di 1 euro, perché preparata sul momento dallo staff. Ma soprattutto si può prenotare un tavolo per un giorno – 14 euro – o un mese – 200 euro- e trasformarlo così nel proprio angolo di co-working – stampante, proiettore, rete Internet sono compresi nella tariffa, a partire da quella oraria di 4 euro.”

L’idea, tuttavia, non nasce a Parigi ma in Russia:

“Dalla testa di Ivan Meetin, l’attuale CEO di Ziferblat – orologio, in russo- la prima catena di bar pensati per perdere tempo e farselo pagare. Il format, esportato lo scorso anno a Londra dove gli avventori all’ingresso nel locale prendono con loro una sveglia per contare i minuti che passano, ha avuto subito grande successo in Europa. Forse per l’originalità della formula, un miscuglio ben riuscito tra tradizione dei caffè letterari e innovazione connessa alle esigenze di lavoro emergenti. L’Anticafé, infatti, sembra il locale perfetto per chi ha una partita Iva e magari lavora sul pc: qui può incontrare i clienti senza doversi affittare due costosissime stanze in centro, portarsi appresso il caro laptop, e nei momenti liberi può leggere – o, a Londra, suonare il piano – , e magari farsi accompagnare anche dai bambini. Insomma: tra sharing economy – economia dello scambio – e classici cornetti. Ecco lo spirito dell’Anticafé. E se vi viene voglia di provare i primi 30 minuti gratis basta iscriversi alla newsletter. Per pregustare così un lungo cappuccino sul divano, senza la sensazione orrenda di tenere in ostaggio un inerme tavolo da bar”

Foto: Facebook

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