Da Enrico Letta a Barack Obama: presidenti, tutti in “maniche di camicia”

18 Giugno 2013 - di Claudia Montanari

ENNISKILLEN (IRLANDA) – Da Barack Obama a Enrico Letta, senza dimenticare David Cameron: i presidenti di oggi ormai le decisioni e le comunicazioni importanti le prendono… in maniche di camicia.
In fondo è scoppiata l’estate, fa caldo, e nonostante il G8 2013 sia stato organizzato in Irlanda, le temperature sono lo stesso molto altre.
Il primo a sdoganare la divisa da presidente-easy è stato David Cameron, che in occasione del primo giorno del G8 in Irlanda ha accolto i suoi colleghi, il Presidente americano Barack Obama e anche il Primo Ministro Giapponese Shinzo Abe in primis, con tanto di camicia semi sbottonata e le maniche rigorosamente tirate su.
Ma Barack Obama non ha fatto certo i complimenti. Deve aver forse “invidato” l’abbigliamento fresco di David Cameron così, della serie “qui nessuno e fesso”, in occasione del secondo giorno del G8 non ci ha pensato nemmeno un secondo a presentarsi al summit con le maniche ripiegate.
Insomma, i presidenti in maniche di camicia sono ormai diventati un vero “must”. Più sembrano naturali e casual e più le decisioni sembrano trasmettere “un messaggio di spontaneo dinamismo e risoluta operosità” scrive Filippo Ceccarelli su Repubblica riferendosi ad Enrico Letta.
Il premier italiano non ha infatti avuto timore nel presentarsi in pubblico, solo qualche giorno fa, con un look “easy”. Lo ha fatto in occasione della presentazione del pacchetto “del fare” nella sala stampa di Palazzo Chigi.
Filippo Ceccarelli scrive “Per quanto attiene allo smanicamento autoaffermativo, data ormai un quarto di secolo essendo stato inaugurato da Claudio Martelli a Rimini nella seconda metà degli anni ottanta. Camicia bianca e pizzi del colletto rialzati, per la precisione. Seguì un’interminabile filastrocca di fervidi scamicianti alla ricerca di un’immagine meno ingessata: vedi il Craxi congressuale con sfortunata canotta in trasparenza; poi il Maroni da Viminale con discutibili piedi sulla scrivania; quindi il Berlusconi da esibizione imperiale con Apicella; fino al povero Monti, l’uomo del loden, che a Camp David fu costretto a togliersi la giacca su caloroso invito di Obama”. 
Chi ha furbamente capito il potere visivo di una bella camicia tenuta “casual” è indubbiamente il Sindaco di Firenze Matteo Renzi. Come non ricordare le sue numerose apparizioni pubbliche, come quella durante il dibattito delle primarie in onda su Sky prima delle elezioni, con le maniche rigorosamente “arrotolate”? “E in quel frangente commentò lo storico bersaniano Gotor che il sindaco di Firenze sembrava “un conduttore dei ‘Pacchi’”, mentre l’intellettuale renziano Giuliano da Empoli da un lato relegò la faccenda a un fatto di confort, ma dall’altro fece osservare che la camicia “marcava un differenza che c’è in tutto, nel modo di parlare, di pensare, di presentarsi in pubblico” — mentre Berlusconi si limitò a rilevare un effetto candeggina”  scrive Filippo Ceccarelli.
Insomma, il look da presidente “uno-di-noi” che si rimbocca le maniche piace. Piace ai presidenti e piace al pubblico. L’unica che non sembra avere interesse, in tal senso, è sempre lei: Angela Merkel, che anche durante il G8 il look da lei sfoggiato è sempre lo stesso: pantalone nero e giacca, rigorosamente quella verde pistacchio, che alla Merkel piace tanto.