Prima i ciclisti, 4 città che hanno messo le macchine al secondo posto

Prima i ciclisti, 4 città che hanno messo le macchine al secondo posto

3 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

Durante la pandemia da Covid-19, le città, volenti o nolenti, hanno conosciuto momenti molto ecologici. Nelle fasi di lockdown la circolazione delle automobili è crollata e alcuni amministratori hanno visto questa fase come un’opportunità per ripensare il contesto urbano a vantaggio non delle vetture, ma dei ciclisti. Sono aumentate le strade pedonali così come le piste ciclabili, i parcheggi sono stati trasformati in ristoranti pop-up o zone dedicate alla ristorazione. In generale, alcune città sono diventate un luogo più favorevole per chi ha deciso di muoversi a piedi o con le due ruote. A questo possiamo aggiungere che tali misure sono state a prova di virus, ovvero meno favorevoli al diffondersi delle malattie. Non male in un’epoca post pandemica. Ma quali sono queste città che si sono distinte? In un articolo per la BBC, Lindsey Galloway ne cita 4. Vediamo quali.

Le città a prova di ciclisti.

Al primo posto c’è Parigi, la capitale della Francia. Alla fine del 2016 le banchine inferiori che corrono lungo la Senna sono state completamente pedonalizzate, mossa che è stata resa permanente nel 2018. Nel 2020, il sindaco Anne Hidalgo è stata rieletta anche per il suo sostegno alla “città dei 15 minuti”. Si tratta di un nuovo concetto di pianificazione urbana che consente ai residenti di completare tutte le loro attività quotidiane, dallo shopping alla scuola al lavoro, entro una distanza di 15 minuti a piedi o in bicicletta. La città prevede inoltre di piantare 170.000 alberi entro il 2026.

Bogotà, in Colombia, è una delle città più “ciclabili” del pianeta. Nel 2020, il sindaco Claudia Lopez ha designato altri 84 km di piste ciclabili temporanee all’esistente rete di piste ciclabili Ciclorruta della città di 550 km, già una delle più grandi al mondo, e da allora sono diventate permanenti. La domenica e nei giorni festivi, le auto sono completamente bandite da alcuni percorsi. Insomma, un’Amsterdam del Sud America.

Poi c’è la nostra Milano. Nell’estate 2020, la città italiana ha intrapreso un piano ambizioso per ampliare i marciapiedi e le piste ciclabili lungo 35 km di strade precedentemente incentrate sul traffico automobilistico. I cambiamenti hanno trasformato lo spazio urbano, aumentando ristoranti e mercati all’aperto. Il servizio di bike sharing cittadino, BikeMI, ha 300 stazioni in tutta la città e offre sia biciclette normali che elettriche.

Durante la pandemia la città di San Francisco ha lanciato Slow Streets, un programma che utilizzava segnaletica e barriere per limitare il traffico automobilistico e la velocità su 30 passaggi stradali nel tentativo di renderli più adatti a pedoni e ciclisti. Con questa svolta green si è arrivati a una riduzione del 50% del traffico veicolare, a un aumento del 17% del traffico pedonale nei giorni feriali e a un aumento del 65% del traffico ciclistico nei giorni feriali. Foto da Pixabay.

 

 

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