Nell'era post Covid gli italiani amano sempre di più il vino

Nell’era Covid gli italiani amano sempre di più il vino

1 Aprile 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

La pandemia da Covid-19 e le conseguenti restrizioni hanno modificato la vita quotidiana di milioni persone. L’isolamento ha favorito il consumo di bevande alcoliche in casa, vino in testa. Il gradimento degli italiani per questa bevanda è ancora più alto rispetto all’era pre-Covid. Nell’ultimo anno, l’89% degli italiani ha infatti bevuto vino – dato in crescita rispetto a tre anni fa – anche per effetto di un’impennata della platea di giovani maggiorenni, protagonisti di un approccio moderato e consapevole. Lo dice l’ultima indagine “Gli italiani e il vino”, presentata oggi a Roma alla conferenza stampa della 54/a edizione di Vinitaly dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor.

Dal sondaggio emerge un quadro di immutata passione verso il vino, a cui si aggiunge una accresciuta curiosità da parte dei giovani. Rispetto al 2019 i consumatori appartenenti a Generazione Z e Millennials (18-41 anni) sono infatti considerevolmente aumentati sul piano numerico (dall’84% al 90%) ma non sulle quantità, mentre rimane invariata l’incidenza dei consumatori della Generazione X (89%, 42-57 anni) e si abbassa la quota dei Baby Boomers (over 57 anni), che perdono il primato della numerosità (non della frequenza al consumo) passando dal 93% al 90%. Per il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini: “La crescita dei vini premium in Gdo, a partire dagli spumanti, è un’eredità che il Covid ci lascia e che, unita alla ripresa dei consumi fuori-casa, può condurre a un incremento nel valore di mercato del vino consumato in Italia, oggi pari a 13,8 miliardi di euro, il 7% in meno di quanto raggiunto nel 2019”.

Rispetto a tre anni fa, l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor segnala diversi i caratteri di novità anche legati alle tipologie preferite. Secondo l’indagine, presentata a 10 giorni dal ritorno di Vinitaly (10-13 aprile a Veronafiere), il trend di crescita più marcato riguarda i consumi di vini mixati – principalmente gli spritz – che incontrano una penetrazione del 63% della platea (vs il 56% del 2019). Incrementano bene anche tutte le altre tipologie, con gli spumanti, i rossi e i bianchi, tutti all’81% (erano al 77%) e i rosati al 63% (vs il 57% nel 2019). Ma numerosità non fa sempre rima con quantità: lo spumante, ma anche i rosati e lo spritz sono infatti oggetto di consumi saltuari in particolare da parte degli under 40, con una quota di chi li beve settimanalmente sotto il 20%. Diverso l’approccio sul vino rosso, che rimane lo zoccolo duro degli abitudinari con circa il 60% dei Baby Boomers che lo consuma 2-3 volte a settimana e addirittura 1/3 tutti i giorni. Per il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini: “La crescita dei vini premium in Gdo, a partire dagli spumanti, è un’eredità che il Covid ci lascia e che, unita alla ripresa dei consumi fuori-casa, può condurre a un incremento nel valore di mercato del vino consumato in Italia, oggi pari a 13,8 miliardi di euro, il 7% in meno di quanto raggiunto nel 2019”.

 

Tags