Anche un bicchiere di vino (o birra) al giorno aumenta il rischio di ictus

Vini, con la primavera in arrivo rincari nella grande distribuzione e nella ristorazione

9 Febbraio 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

In arrivo una notizia non positiva per gli amanti del vino. Nei prossimi mesi i prezzi dei vini negli scaffali della grande distribuzione e nella ristorazione saliranno. Questo a causa di un rincaro medio dei listini delle aziende calcolato tra l’8% e il 12%, dovuto agli aumenti eccezionali dei costi di materie e servizi.

A calcolarlo è The Wine Net, rete delle 7 più importanti cooperative italiane, che presenta per la prima volta i risultati dell’osservatorio nato per analizzare la situazione di mercato. Colpa di energia, trasporti, vetro, cartoni e tappi che, spiegano, fanno segnare un inizio dell’anno all’insegna dei pesanti rincari che il mondo del vino si sta trovando ad affrontare, reagendo però in due diversi modi. Mentre nel canale Horeca gli operatori hanno accettato queste variazioni, la Gdo oppone maggiori resistenze, anche se non mancano insegne che hanno compreso la situazione.

Il rincaro medio del 10% nei listini delle aziende, nel caso in cui la Grande distribuzione voglia mantenere inalterati i margini, si tradurrà in un aumento del prezzo finale per il pubblico tra il 10% e il 30%. Alcune insegne, però, stanno facendo campagne per rassicurare il consumatore sull’assenza di aumenti, facendo ricadere il mancato profitto solo sulle cantine. Un comportamento giudicato controproducente, rileva la rete, secondo la quale la soluzione corretta dovrebbe essere la trasparenza verso il cliente finale, all’insegna di un”economia etica’ che ripartisca i disagi su tutti gli attori e non solo su una categoria.

Il rischio, secondo la rete delle cantine, è che il posizionamento di alcune importanti denominazioni all’interno del canale moderno possa non essere più appetibili per il consumatore. Nel caso, ad esempio del Valpolicella base o del Montepulciano d’Abruzzo, con un prezzo che va da sotto i 3 euro ai 7, il consumatore potrebbe non essere disposto a pagare 1 euro in più. Se ciò accadesse, ci sarebbe il rischio che alcune tipologie di vino divengano più convenienti da vendere come “sfuso” anziché imbottigliato.

Un danno enorme per le cooperative di The Wine Net, visti gli sforzi fatti in questi anni per promuovere la vendita di imbottigliato con propria etichetta per dare maggiore valore. Meno critica, secondo la rete, è la situazione all’estero grazie al comportamento degli importatori che, in gran parte, hanno accettato di ripartire in modo equo un rincaro previsto del 15%-18%, con un 8% sostenuto dalla cantina con il mancato guadagno, un 5% di aumento dei listini e un 5% di assorbimento da parte dell’importatore. (FONTE: ANSA). Foto da Pixabay.

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