La corsa del Brunello di Montalcino, cresce il prezzo e anche le vendite

La corsa del Brunello di Montalcino, cresce il prezzo e anche le vendite

8 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

La corsa del Brunello di Montalcino è inarrestabile. Complice un prezzo medio in forte incremento, una buona tenuta dei volumi e un’ulteriore crescita nei mercati strategici, è boom del vino toscano, tra i più longevi insieme al Barolo. A pochi giorni da Benvenuto Brunello (11-21 novembre), l’evento che lo celebra, il Consorzio del vino Brunello di Montalcino rivela il successo della bevanda. In base ai dati del nuovo Osservatorio prezzi sul venduto nei primi 9 mesi del 2022 parla chiaro: quasi 7 milioni di bottiglie. La crescita tendenziale a settembre segna in termini di valore un +21,5%, con un balzo del prezzo medio tra prodotto di Annata e Riserva – ora vicino ai 27 euro alla bottiglia franco cantina – ben oltre la spinta inflazionistica.

In crescita, a sorpresa, per un’ultima annata (2017) non così ricca, anche i volumi, saliti del 6%. La proiezione sui 12 mesi del 2022 porta a un valore complessivo delle vendite vicino ai 250 milioni di euro. In crescita anche i numeri relativi al Rosso di Montalcino, in valore (+20%) e in volume (+9%). Molto bene la domanda interna, oggi circa 1/3 dell’intero mercato grazie a una crescita dei volumi commercializzati, oltre 17%, con i valori a +31%. Ma è anche quasi tutto l’estero a tirare, a partire dagli Usa (che valgono in valore il 33% delle esportazioni): con il dollaro forte ha pesato meno il fortissimo rialzo del valore medio (+25%), a fronte di volumi stabili. Dietro agli Usa vola la domanda canadese (+27%) e cresce in doppia cifra anche la Germania, che supera il Regno Unito, unica tra le big in difficoltà (-15%).

Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio, commenta: “La denominazione continua a girare oltre le attese a prescindere dai ranking delle annate, grazie a un brand collettivo sempre più riconosciuto e apprezzato nel mondo. Ciò detto, la difficile fase congiunturale che ci attende nel breve e medio periodo ci impone massima attenzione: il Fondo monetario internazionale prevede una fase recessiva nel 2023 per l’Italia e la Germania e anche negli Usa le recenti prospettive al ribasso per i prodotti super-premium analizzate da Rabobank suonano come campanelli di allarme da non trascurare”. (FONTE ANSA).

Tags