A Sulmona un museo per celebrare l'aglio rosso

A Sulmona un museo per celebrare l’aglio rosso

13 Maggio 2022 - di Silvia_Di_Pasquale

Il Gal Abruzzo Italico-Alto Sangro (Aias), in collaborazione con il Parco nazionale della Maiella e il Consorzio produttori, ha allestito un museo-galleria dedicato all’aglio rosso. Uno spazio accolto negli spazi dell’Abbazia di Santo Spirito a Morrone alla Badia di Sulmona. L’inaugurazione è stata l’occasione per raccontare segreti e tradizioni legati all’aglio rosso di Sulmona, che è anche un marchio registrato.

L’aglio rosso di Sulmona è una delle varietà agronomiche più importanti conservate, inserite con l’allora Agenzia Regionale per i servizi di sviluppo agricolo (Arssa) nel progetto “Coltiviamo la diversità” insieme a grano solina, grano casorella, fagiolo socere e nore, fagiolo gentile, fagiolo tabacchino, ciliegia pallone, mela paradiso, pesca testa rosce, pera trentatrè once, mezza fava. La coltivazione dell’aglio rosso nella Valle Peligna è di antica tradizione, come confermano testimonianze della metà del XIX secolo

Le zolle vanno raccolte rigorosamente a mano, le teste devono essere al massimo tra i 4,5 e i 5,5 centimetri, possiede proprietà organolettiche e curative ed è un ottimo ‘disinfettante’, gli allevatori lo danno agli animali per purificarli e i contadini lo usavano per tenere lontano insetti e alleviare il prurito in caso di punture.

“Promuovere iniziative per la salvaguardia delle risorse genetiche vegetali (Rgv) è importante – ha detto il direttore del Parco della Maiella Luciano Di Martino, esperto botanico – perché, in una dimensione etica e culturale, esse rappresentano un patrimonio di tutta l’umanità che dovrebbe essere lasciato in ‘eredità’ alle future generazioni. Costituiscono, inoltre, una fonte preziosa e non rinnovabile di geni utili nonché un elemento importante per gli equilibri ecologici che si sono ormai definiti nelle aree di coltivazione”.

“E’ l’unico ecotipo italiano nel quale l’emissione degli scapi fiorali avviene regolarmente tutti gli anni – ha spiegato ancora Di Martino – Inoltre, l’elevato contenuto in principi attivi conferisce a questo prodotto un aroma e un sapore particolarmente piccanti”. (ANSA).

 

 

 

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