ROMA – Il segreto per una vita di coppia serena e tranquilla? Il nomignolo. O vezzeggiativo, come si preferisce. Insomma, “micino”, “tortellino”, “pucci pucci”, “leprotto” e chi più ne ha più ne metta. Ne è certa Jean Nerko Gleason, professoressa emerita di psicologia dell’Università di Boston che dopo anni e anni di studi è arrivata a questa conclusione.
Il tenero studio scientifico è stato analizzato da Nino Materi che su il Giornale scrive:
“Secondo l’équipe «scientifica » della prof Gleason, infatti, «l’uso di questi nomignoli ricorda il linguaggio con cui i genitori, le mamme in particolare, si rivolgono ai bambini piccoli; nell’ambito della coppia, il ricorso a questi appellativi affettuosi e bambineschi è un preciso segno dell’amore e dell’impatto emozionale che si nutre nei confronti della persona amata». Alla pur esimia ricercatrice statunitense vorremmo però, umilmente, eccepire che esistono uomini (e noi tra questi) che, sentendosi chiamare patatino o pisellone ( sempre meglio di pisellino ), potrebbero perfino rivalutare il concetto di femminicidio. Mentre rifiutiamo a prescindere l’ipotesi che degli uomini possano chiamare la fidanzata- o peggio, moglie cica cica o kiss kiss”
Tuttavia, la professoressa sembra essere convinta e difende la sua tesi:
“«Utilizziamo questo linguaggio perché, come nel caso dei bambini, amiamo la persona verso la quale indirizziamo il messaggio. Nel cosiddetto amore erotico, ovvero nel sentimento che in età adulta proviamo nei confronti del nostro partner, le basi emozionali sono le stesse che legano i genitori ai loro bambini. Questo modo di parlare, in pratica è frutto dei nostri ricordi infantili del modo amorevole in cui ci parlavano papà e mamma, e ha una sua valenza importante anche in età adulta perché comunica intimità e affetto».
La ricercatrice bostoniana continua:
“Tutto questo è frutto della chimica dell’amore, in particolare della dopamina, il neurotrasmettitore responsabile della particolare sensazione di benessere che proviamo quando siamo innamorati e sappiamo che il nostro partner ci corrisponde. Questa sostanza si attiva anche nei bambini piccoli in presenza delle coccole di mamma e papà, una situazione in cui il bimbo sperimenta la dolcezza di sentirsi sicuro e amato. Il fatto dunque di rivolgersi al compagno con appellativi in apparenza sciocchi ha le sue radici in questomeccanismo biochimico ed è il sicuro segnale di una buona intesa affettiva di coppia»”
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