Benessere e Salute

Mangiare tra le 7 e le 15 può far perdere 1 chilo in 3 mesi

Mangiare tra le 7 e le 15 può far perdere fino a 1 chilo in 3 mesi. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine. Gli adulti obesi che hanno mangiato entro una finestra di otto ore hanno perso in media 6,3 kg in 14 settimane, rispetto ai 4 kg in un gruppo di controllo in cui i partecipanti hanno mangiato quando volevano. Secondo i ricercatori limitare la quantità di tempo che trascorriamo a mangiare limita la quantità di calorie che consumiamo. E’ il principio del digiuno intermittente, approccio alimentare che seguono anche star di Hollywood come Jennifer Aniston, Benedict Cumberbatch e Nicole Kidman. Nell’ottobre 2019, Aniston ha dichiarato di non fare colazione e di consumare solo liquidi al mattino, arrivando a mangiare direttamente a metà della giornata.

Gli studiosi hanno spiegato che sono comunque necessarie ulteriori ricerche per capire se tale regime può essere seguito per un lungo periodo o solo per brevi momenti. Per la loro ricerca, gli scienziati dell’Università dell’Alabama hanno preso 90 americani adulti obesi e li hanno sottoposti alla stessa dieta e regime di esercizio. I partecipanti allo studio erano principalmente donne (80%), avevano un’età media di 43 anni e avevano un corpo- indice di massa (BMI) di 39,6. Chi ha limitato l’alimentazione entro una fascia temporale della giornata ha avuto dei benefici nella perdita del peso. Ma non tutti gli studi concordano su tali benefici.

Secondo un nuovo studio presentato al congresso annuale della Società Europea di Endocrinologia tenutosi a Barcellona lo scorso luglio, praticare il digiuno intermittente, aumenta la ‘pancetta’ e il rischio di diabete di tipo 2. “Questo studio sperimentale ha dimostrato come il digiuno intermittente – commenta Giorgio Sesti, past president della Società Italiana di Diabetologia (Sid) e ordinario di Medicina interna all’Università Magna Graecia di Catanzaro – determina un aumento dei radicali liberi, indici di stress ossidativo, un danno delle cellule beta del pancreas che producono insulina, un aumento del grasso viscerale e un aumento dell’insulino-resistenza. Tutte queste alterazioni metaboliche hanno aumentato l’incidenza di diabete negli animali che vi sono stati sottoposti”. Foto di Aline Ponce da Pixabay.

Silvia_Di_Pasquale

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