ROMA – Dermatite atopica in aumento tra i bambini. E nel mirino degli esperti finisce l‘inquinamento. L’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza Paidoss ha infatti scoperto che proprio l’alta concentrazione nell’aria di metalli pesanti, emessi dalle marmitte catalitiche, e l‘acqua troppo dura e calcarea sono tra le cause dei problemi alla pelle dei più piccoli.
Così negli ultimi dieci anni i casi di dermatite atopica nei più piccoli, in particolare tra i 2 e i 5 anni, sono aumentati del 10%, dopo un aumento costante negli ultimi trent’anni.
Più di due bambini su tre soffrono di eczemi, irritazioni cutanee, eritemi e desquamazioni. E se la maggior parte dei casi si risolvono spontaneamente entro il terzo anno di vita, un ragazzino su cinque ne porta ancora i segni dopo i 7 anni, soprattutto se vivono nelle aree industrializzate e nelle grandi città.
Al di là delle cause genetiche, infatti, prodotte dal gene per la Filaggrina (Flg), contano moltissimo i fattori ambientali. Oltre all’inquinamento anche, in misura minore, acari in casa, contatto con la pelle del gatto e cibi più allergenici.
Per questo gli esperti consigliano di giocare d’anticipo prevenendo i disturbi della pelle, usando regolarmente creme e olii emollienti durante il bagno, che deve durare non più di 5 minuti, e nutrire bene il proprio bambino, soprattutto d’inverno, con molta frutta e verdura e pochi cibi zuccherati.
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