Quasi 7 medici su 10 aggrediti dai pazienti: tentativi stupro, parolacce e insulti

Quasi 7 medici su 10 aggrediti dai pazienti: tentativi stupro, parolacce e insulti

5 Dicembre 2018 - di Silvia_Di_Pasquale

ROMA –  Il 66% dei medici, quasi 7 su 10, dichiara di aver subito un’aggressione da parte dei pazienti. Si va dal tentativo di strangolamento fino a stupri o vere e proprie spedizioni punitive, ma anche parolacce e insulti. Di questi, oltre due su tre sono stati aggrediti verbalmente, mentre la restante parte fisicamente. Sono dati estremamente sconfortanti quelli che emergono dall’ultimo sondaggio condotto dal sindacato Anaao Assomed. Le aree più a rischio sono la psichiatria e il pronto soccorso, ma soprattutto i pericoli maggiori si corrono nel Mezzogiorno: arriva infatti al 72% nel Sud e nelle Isole il numero di medici che denuncia aggressioni, e sale all’80% tra chi, di loro, lavora nei pronto soccorso.

“Il quadro – secondo Costantino Troise, segretario dell’Anaao – è estremamente preoccupante”. Nello specifico, secondo l’indagine Anaao condotta nella prima metà dell’anno su un campione di 1.280 iscritti, il 34% delle aggressioni fisiche ha riguardato medici dei reparti di Psichiatria/SERT (il 34%) e il 20% i medici di Pronto soccorso/118, seguono medicina interna (7%), chirurgia generale (4%).

Il 23% degli intervistati ha risposto di essere a conoscenza di casi di aggressione da cui è scaturita invalidità permanente o decesso. Smarrimento, rabbia e solitudine sono i sentimenti più diffusi in chi ne è vittima. Quanto alle cause, i medici le attribuiscono a fattori socio-culturali per il 37%, al definanziamento del Servizio Sanitario per il 23%, a carenze organizzative per il 20%. Negli ultimi anni, commenta Troise, “abbiamo assistito a un escalation” e “la frustrazione dei pazienti aumenta laddove ci sono più carenze di personale e di posti letto”. Tra le iniziative in cantiere, annuncia la Fnomceo, una raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge volta a equiparare le aggressioni contro gli operatori sanitari a quelle contro un pubblico ufficiale, con conseguente aumento delle pene e possibilità di procedere d’ufficio. (Fonte: Ansa).

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