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Lavoro, quando si produce di più? La mattina presto. Ma gli italiani…

ROMA – Le ore più produttive della giornata? Quelle della mattina presto. Tuttavia, pochi italiani sono mattinieri. A rivelarlo è una ricerca di Regus, principale fornitore di spazi di lavoro flessibili.
L’entrata nelle nostre vite di smartphone, tablet e connessioni in rete, permettono un collegamento 24 ore su 24 al mondo del lavoro. Per questo motivo la tradizionale “giornata lavorativa” è di fatto superata e vi è una sempre più crescente integrazione tra vita privata e attività professionale. Una ricerca Regus, condotta su un campione di 22mila manager e professionisti in oltre 100 paesi, indica che circa due quinti di manager, professionisti e impiegati (45% a livello globale) raggiungono la massima produttività e riescono a gestire una considerevole parte del lavoro al mattino presto, spesso lontano dall’ufficio tradizionale, prima dell’assalto di email e telefonate che interrompono il flusso del lavoro e la concentrazione.

E l’Italia come sta messa? Secondo la ricerca, benché il 35% degli italiani dichiari di essere maggiormente produttivo nelle prime ore del mattino, la percentuale registrata nel nostro paese è sensibilmente inferiore alla media globale e anche rispetto ai principali paesi europei (Spagna 50%, Francia 44%, Germania 39%, Regno Unito 49%); mentre il 48% degli italiani è ancora legato al tradizionale orario d’ufficio 9-17.

Gli orari in cui la maggioranza dei rispondenti si ritiene meno produttiva viene indicata in tarda serata (Italia 15%) e durante la notte (Italia 2%). Percentuali più o meno allineate alla media globale e a quelle dei principali paesi europei con l’eccezione della Germania dove viene registrata una percentuale del 22%, quindi circa un quarto dei manager tedeschi, affermano di essere maggiormente produttivi nelle ore serali.

Anche il tempo durante il quale si riesce a mantenere la concentrazione svolge un importante ruolo nel determinare la produttività delle persone durante l’attività lavorativa. Agli intervistati è stato chiesto di stimare il tempo medio nel quale mantengono ininterrotta la loro concentrazione, ipotizzando di operare in un ambiente senza fattori di distrazione esterni. La media globale raggiunge circa il 70% entro le tre ore ed è abbastanza omogenea tra i vari paesi. (4% meno di un’ora, 31% tra una e due ore, 34% tra le due e le tre ore), solo un 30% dichiara di riuscire a rimanere concentrato sul lavoro senza interrompersi oltre le tre ore.

Senza dimenticare la pausa caffè. Brevi break sono necessari durante la lunga giornata lavorativa per mantenere il benessere psico-fisico, recuperare le energie e la capacità di rimanere concentrati. La pausa caffè rappresenta in Italia, ma anche negli altri paesi, un must delle interruzioni di relax sul lavoro, (29% Italia; 28% media globale); anche piccole passeggiate (all’interno o all’esterno degli uffici) costituiscono un’attività fisica per sgranchirsi un po’ le gambe dopo essere rimasti seduti alla scrivania per molto tempo. Questa attività è più frequente all’estero (24% media globale, 21% Italia). Seguono poi il cambio di attività, passando a svolgere altri impegni e incombenze per poi riprendere (17% Italia, 14% globale) e brevi conversazioni con i colleghi (14% Italia, 11% media globale); anche guardare le notizie o navigare in rete (11% Italia e media globale) costituisce un momento di svago e relax.

Claudia Montanari

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