BRUXELLES – Il minor numero di donne docenti universitarie, pochissime donne medici e dirigenti d’azienda. E il minor numero di uomini che chiedono il part-time al lavoro per stare insieme ai figli. I dati diffusi da Eurostat, l’istituto di statistica europeo, tratteggiano un ritratto impietoso della situazione delle italiane.
In base ai dati del 2011, le donne italiane sono ancora impiegate soprattutto in quei settori tradizionalmente femminili come l’insegnamento primario, cioè quello delle scuole elementari (il 96% dei “maestri” è donna), mentre fatica ad affermarsi nei livelli superiori, soprattutto nelle università, dove solo il 36% dei professori è donna, contro una media Ue del 40%.
Anche negli ospedali le donne sono per lo più infermiere, pochissime sono dottoresse: il 37%, il dato più basso dopo il Lussemburgo, mentre la media Ue è del 45%. Nelle aziende, poi, le dirigenti sono solo il 25% (media Ue al 33%), il peggior dato dopo Cipro, Grecia e Malta.
Altro dato significativo è la scarsissima incidenza (3,5%), la minore d’Europa, di uomini che chiedono il part-time dopo la nascita dei figli, a differenza delle donne (45%), che dimostra come siano ancora le donne ad occuparsi della prole.
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