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Dalla chimica alla geologia: donne al servizio della ricerca

ROMA – Sempre più donne si dedicano alla ricerca nel campo della chimica, della fisica e della geologia. La partecipazione femminile alla costruzione del discorso scientifico e il modo in cui sono riuscite ad accedere alla presa di parola in ambito scientifico è ormai cosa ben nota. Conciliare famiglia e carriera non è semplicissimo in questi casi, ma la passione per il proprio lavoro porta a superare ogni tipo di ostacolo.

Anzi, più la strada è dura, più le donne si mostrano capaci di percorrerla in modo eccellente. Generalmente quando si fa riferimento al binomio donne-ricerca si nominano sempre professioni relative all’ambito della biologia e della medicina, ma i campi sono svariati. Per esempio in occasione di “Oil for brain – Energia, talento, opportunità”, evento promosso da Eni, due donne, Stella Brandolese, geologa di Eni e Marinella Levi, docente di Scienza e tecnica dei materiali a Politecnico di Milano, hanno condiviso la loro esperienza, raccolta da Giancarlo Strocchia sul sito Eniday.

Stella è una geologa ed exploration project manager Eni presso la sede del Cairo. Con il suo lavoro ha contribuito alla scoperta del giacimento supergiant di Zohr, in Egitto, dove vive anche il marito, suo collega, che condivide con lei la passione per il lavoro, anche se in passato li ha portati a stare lontani l’uno dall’altro.

“Essere una donna quasi bionda, piuttosto carina, non è facile quando sei al Cairo. Sono soprattutto le donne a guardarmi con curiosità. La parola chiave per vivere in una società con regole e tradizioni culturali diverse dalle nostre è rispetto”, ha detto la geologa.

Marinella Levi è invece un asso della chimica, materia che la porta persino a miscelare da sé il flacone della tinta per capelli. Quando era più piccola ha persino pensato di poter diventare una parrucchiera, ma poi la sua vita ha preso ben altra strada. Quando nei primi anni Ottanta frequentava la facoltà di ingegneria chimica a Milano le donne era solo una minoranza e rispetto a questo punto ha ammesso:

“Quando una delle mie amiche-colleghe, decisamente bella, appena laureata, andava alla ricerca di lavoro le proponevano, chissà perché, un posto nel settore packaging. Il resto non sembrava tanto adatto al contributo femminile”.

Oggi è diventata una docente di successo: dirige anche il +Lab, punto di riferimento per chi decide di approfondire il meraviglioso mondo della stampa 3D. Il fatto che sia stata abituata ad affrontare difficoltà maggiori rispetto ai colleghi uomini, l’ha resa ancora più forte e determinata. Questo è uno dei motivi per cui la presenza femminile in ogni settore lavorativo non può che essere destinata a crescere.

Silvia_Di_Pasquale

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