ROMA – L’infibulazione è una violenza a cui vengono sottoposte oltre 140 milioni di donne nel mondo. E’diffusa soprattutto nel Corno d’Africa, in Egitto, Sudan e Mali e consiste nell’asportazione di parti dell’organo genitale con successiva cauterizzazione che non di rado provoca infezioni e problemi al momento del parto.
IL MINISTRO DEGLI ESTERI PROPONE RISOLUZIONE ONU – “Il 2012 puo’ essere l’anno in cui la comunita’ internazionale condanna con una risoluzione dell’Assemblea generale dell’ Onu questa pratica barbara, fortemente lesiva della dignità e dell’ integrità psico-fisica delle donne”. Lo afferma in una nota il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, in occasione della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili. “Il nostro Paese è da sempre sostenitore della campagna contro le mutilazioni genitali femminili”, aggiunge Terzi, che ricorda il suo personale impegno già nel 2009 a New York, quando l’ Italia organizzò una riunione dei principali Paesi africani impegnati sul tema”. “Il modo migliore per dare un senso alla giornata di oggi -sottolinea Terzi – è quello di proseguire i nostri sforzi per incoraggiare sempre più il fronte dei Paesi africani favorevoli alla risoluzione, che debbono essere i veri protagonisti di questa fondamentale battaglia di civiltà”.
IN ITALIA – Nel nostro Paese è’ proibito per legge (ed è punito con la reclusione fino a 12 anni) ma le bambine vengono portate all’estero durante le vacanze estive e costrette a subire la mutilazione dei genitali, garanzia del loro status sociale e della loro idoneità ad andare in spose. Pur se alcuni stati membri dell’Unione europea si sono dotati di leggi e politiche in materia, c’è ampia disparità tra Stato e Stato. In Francia, Regno Unito, Svezia e altri paesi dove è stata riconosciuta reato da oltre un decennio, la pratica delle mutilazioni dei genitali femminili prosegue.
LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE – La violenza contro le donne, di cui le mutilazioni dei genitali femminili sono uno dei piu’ gravi esempio è un fenomeno sistematico e molto diffuso. Quasi ogni donna nell’Unione europea subirà qualche forma di violenza durante la sua vita, una su cinque sarà vittima di violenza domestica, una su 10 verrà stuprata o costretta a compiere atti sessuali. Sono tante le associazioni, internazionali e nazionali mobilitate. Amnesty International e l’European Women’s Lobby hanno rivolto un appello all’Unione europea affinchè si impegni a porre fine alle mutilazioni genitali femminili e ad altre forme di violenza contro le donne. Entrambe, infatti, ritengono che un passo che ciascuno stato membro della Ue potrebbe già intraprendere per proteggere le donne e le bambine dalle mutilazioni dei genitali femminili e da altre forme di violenza sia quello di firmare e ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.
Non dimentichiamo: almeno oggi, che sarebbe la giornata mondiale per abolire questa orribile crimine delle MGF, e che invece si diffondono sempre più anche in Europa, diamo una mano a ricordarlo e a denunciarlo.
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