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La seconda Roma d’Europa a due passi dall’Italia: un gioiello nascosto tra anfiteatri e cattedrali

Tra antichi anfiteatri romani, atmosfere provenzali e i luoghi di Van Gogh, un viaggio unico tra archeologia, arte e natura

Spesso è definita la “piccola Roma della Gallia” per la sua imponente eredità romana, che si manifesta in monumenti ben conservati come l’anfiteatro romano e il teatro romano. Quest’ultimo, seppur segnato da spoliazioni medievali, mantiene ancora oggi un fascino struggente con le sue gradinate e i mosaici dell’orchestra.

Il maestoso anfiteatro con i suoi 136 metri di lunghezza e 107 di larghezza, rappresenta uno dei più importanti esempi dell’architettura imperiale romana fuori da Roma stessa. Un vero e proprio “mini Colosseo”, che in epoca romana ospitava corse di bighe e combattimenti gladiatori, e che oggi accoglie fino a 12.000 spettatori per eventi culturali, concerti e le tradizionali corride, tra cui la peculiare tauromachie camarguese, in cui il toro non viene ucciso, e la corrida in stile spagnolo.

Un patrimonio romano e medievale

Nel cuore della regione francese della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, si staglia Arles, città fondata in epoca romana sulle rive del Rodano, Arles è oggi una meta imperdibile per gli appassionati di archeologia, arte e paesaggi naturali, nonché il luogo dove il pittore Vincent van Gogh trovò ispirazione e tormento, lasciando un’eredità culturale che continua a influenzare l’arte mondiale.

L’anfiteatro di Arles – (ladyblitz.it)

Al centro della vita cittadina si trova la scenografica Place de la République, una vasta piazza pedonale che ospita alcuni dei monumenti simbolo di Arles, tra cui il Municipio, la Cattedrale di Saint-Trophime con il suo chiostro romanico-gotico – dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO – e un imponente obelisco egizio in granito che domina la piazza.

Nei sotterranei della piazza si estende l’antico criptoportico romano, un quadrilatero di colonnati e archi che un tempo sosteneva il foro cittadino e ospitava botteghe e magazzini, oggi accessibile ai visitatori in cerca di un’esperienza archeologica immersiva.

Arles deve gran parte della sua fama internazionale anche al legame con Vincent van Gogh, che scelse questa città come rifugio artistico tra il 1888 e il 1889. Qui, il pittore olandese produsse alcune delle sue opere più iconiche, tra cui i celebri Girasoli, “La camera di Vincent ad Arles”, “Notte stellata sul Rodano” e “Terrazza del caffè all’aperto”, dipinti che trasmettono la vibrante luce e i colori intensi della Provenza.

I visitatori possono oggi ripercorrere i luoghi che videro Van Gogh all’opera: la statua di Frédéric Mistral in Place du Forum, il bistrot ochraceo immortalato nei suoi quadri, e il celebre ponte di Langlois, soggetto di cinque versioni pittoriche, dove l’artista catturò le sfumature del paesaggio provenzale e la sua passione per l’arte giapponese.

Arles rappresenta anche la porta d’ingresso alla selvaggia e incontaminata regione della Camargue, famosa per le sue saline rosa, le paludi, i cavalli bianchi allo stato brado e i fenicotteri rosa che si riflettono nelle acque tranquille. Questa area naturale, che costituisce gran parte del vasto territorio comunale di Arles – che con i suoi 758,93 km² è uno dei più estesi in Francia metropolitana – si contrappone alla vivacità urbana con paesaggi di grande suggestione e biodiversità.

L’aeroporto più vicino è quello di Marsiglia, a circa un’ora di distanza in auto seguendo la A7. Da Nizza, il viaggio dura circa due ore e quaranta lungo l’autostrada A8. Chi viaggia dall’Italia può considerare percorsi stradali panoramici attraverso la Liguria e la Provenza, oppure optare per il collegamento ferroviario che collega diverse città italiane a Nizza, da cui si prosegue con treni regionali francesi fino ad Arles.

Claudio Rossi

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Claudio Rossi

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