Masterchef, la beffa di Antonio Ricci: "Il veggente ero io...Giudici baccalà"
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MasterChef, la beffa di Antonio Ricci: “Il veggente ero io…Giudici baccalà”

9 Marzo 2015 - di Silvia_Di_Pasquale

MILANO –  MasterChef, la beffa di Antonio Ricci: “Il veggente ero io…Giudici baccalà”. Intervistato da Il Corriere della Sera, il padrone di casa di Striscia La Notizia ha spiegato il motivo che l’ha portato ad accettare che nel suo programma si svelasse in anteprima il vincitore di Masterchef, scatenando tanto le ire dei conduttori quanto quelle dei telespettatori, che hanno accusato il tg satirico, colpevole di non aver rispettato chi, al contrario, ha scelto di seguire fino all’ultimo il talent di Sky.

“La mancanza di rispetto – spiega Ricci – è quella di chi si mette in queste condizioni: perché non l’hanno fatto in diretta? La mancanza di rispetto potrebbe anche essere far risultare i tre giudici delle persone carismatiche e non dei baccalà come due su tre di loro sono, e lo dico con affetto sincero, soprattutto per il baccalà alla vicentina. Quando sono andati in diretta l’anno scorso è stato un mezzo disastro, ma se li vedi dopo un bel montaggio sembrano tutta un’altra cosa. E poi è evidente che per lo spettacolo è meglio ricorrere a semiprofessionisti piuttosto che a cuochi della domenica”.

Ben pochi dubbi ci sono sul fatto che con quel “baccalà alla vicentina” Ricci si sia riferito a Cracco, nato a Creazzo, in provincia di Vicenza. L’autore televisivo scela che il veggente cui si alludeva durante i servizi mandati in onda a Striscia, in realtà non fosse che lui. Nessuna spia dunque, nessuna fonte interna al talent. Una finzione, perché nessuno ha mai rivelato il nome del vincitore:

“Nel weekend ho avuto la disgrazia che mia figlia piccola si sia guardata tre volte la puntata di MasterChef. Mi sono messo a guardarlo anche io e ho dato la classifica: la narrazione del programma portava a quella soluzione. Lo avrebbe capito qualunque allievo della Scuola Holden di Baricco. Non mi sento un genio”.

Striscia ha fatto il gioco del programma?

“In realtà hanno fatto più o meno l’ascolto dell’anno scorso: sono abbonati. È chiaro, però, che gli abbiamo fatto un’enorme pubblicità gratuita. Se sei grosso non vai a creare curiosità, come abbiamo fatto noi, su un fenomeno comunque piccolo come quello di MasterChef. Noi lo facciamo perché nel dna di Striscia c’è la provocazione. Abbiamo sollevato anche un altro problema di fondo: un cronista che viene a conoscenza di una notizia la deve dare o no?”.

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