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Tassa sul junk food, giusto o sbagliato? È polemica

ROMA – Sarà un tavolo ( o meglio, una tavolata) di esperti a giudicare se alcuni tipi di cibi saranno tassati o no dallo Stato.

Mentre per il junk food non c’è proprio speranza -il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha deciso di tassare il cibo spazzatura e fra due anni costerà di più- al vaglio del Ministero ci sono in questo momento tutti gli snack e il cibo come merendine, patatine, cracker ed altro per decidere se saranno tassati anche questi ultimi. Si legge su La Repubblica che “Il ministero alla Salute ha chiesto ai produttori di abbassare entro il 2014 grassi, zuccheri e sodio per rendere questi alimenti più sani. Le tasse arriveranno se non saranno rispettate le disposizioni”.

Niente scampo anche per i superalcolici, che costeranno di più. Grazie a questa operazione nelle casse dello Stato entreranno circa 270 milioni. Esclusi birra e vino, ogni mezzo litro di bevande come grappa evodka costerà 50 centesimi di euro in più; succhi di frutta, the freddo e tutte le altre bibite zuccherate aumenteranno invece di 2 centesimi e mezzo a lattina.

Un prelievo che non si prefigge di «fare cassa» sostiene Balduzzi nell’intervista a La Repubblica, ma che sarà reinvestito nel rinnovamento delle strutture sanitarie e per l’educazione alla salute a tavola.

Anche i biscotti dovranno ridurre gli zuccheri da 33 a 30 grammi su 100, mentre le merendine dovranno contenere solo tracce di grassi idrogenati. Pena? La tassa.

Certo, questa novità ha acceso non poche discussioni. Lidia Rota Vender, presidente dell’Associazione per la lotta alla trombosi e responsabile del Centro trombosi dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano, esprime le sue incertezze su questa nuova linea di posizione: ” “In linea di principio è giusto tassare il junk food. E’ come la tassa sul fumo: non è una cosa indispensabile e tutto quello che non lo è potrebbe in teoria essere tassato, ma si solleverà l’ira di tutte le parti chiamate in causa. Forse è più efficace una campagna di responsabilizzazione delle madri e dei ragazzi, che insegni a mangiare bene, senza esagerare e con uno stile di vita attivo e adeguato” spiega, e aggiunge: “Si pone poi un problema: come lo definisco il junk food? Lo devo fare nei suoi componenti. Per esempio anche i cibi conservati rientrerebbero sotto questa voce, perché per definizione contengono qualcosa di artificiale che potrebbe essere dannoso. E dopo la tassa sul superalcolico scatterà quella sull’alcolico in generale. E sul vino, perché no? Secondo me non è tanto questo su cui ci si deve concentrare”.

Intanto, La Repubblica scrive che “al ministero intendono aspettare un paio di anni, cioè il termine dato alle associazioni di categoria per rivedere i parametri riguardo al contenuto di sodio, acidi grassi trans (insaturi) e zuccheri in una serie di alimenti: cereali da prima colazione, biscotti, snack salati, crackers e merendine. Un documento dove sono elencati gli obiettivi da raggiungere entro il 2014 è stato firmato anche dai produttori. Nel titolo si riporta l’ obiettivo di «migliorare la qualità nutrizionale e le informazioni in etichetta dei prodotti alimentari per la popolazione infantile».

Claudia Montanari

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