ROMA – Saliva, starnuti, baci, scambio di posate, condivisione di alimenti: si trasmette così la meningite batterica, malattia non frequente ma molto aggressiva, che ultimamente sta facendo vittime, soprattutto giovani, in tutta Italia, dalla Toscana (la regione più colpita) a Milano. I dati del resto parlano chiaro: una persona su dieci, tra chi si ammala, muore, e tre riportano conseguenze permanenti.
Evitare la meningite però è possibile grazie ai vaccini, in questo caso sicuramente più importanti che per difendere da malattie come il morbillo. Ma vediamo esattamente cosa provoca la meningite e come si cura.
I BATTERI – I batteri che provocano la meningite sono il meningococco, il pneumococco e l’emofilo. Albergano nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici. La presenza non è in sé indice di malattia e la trasmissione avviene da persona a persona attraverso secrezioni respiratorie, ma questi batteri fuori dell’organismo sopravvivono solo per pochi minuti.
I SINTOMI – I sintomi sono inizialmente difficili da riconoscere e per questo spesso la diagnosi arriva tardi. Nelle prime 10 ore compare febbre e stato simil influenzale. Successivamente il mal di testa diventa forte, compare rigidità muscolare e la febbre diventa alta. Dopo circa 20 ore si presentano sintomi gravi come perdita di conoscenza, convulsioni, macchie sul corpo.
LE ETA’ PIU’ A RISCHIO – Le età più a rischio di contrarre l’infiammazione della membrana che riveste cervello e midollo (meninge), sono quelle relative a bimbi piccoli e giovani under 25, per via delle maggiori situazioni di socializzazione che favoriscono il contagio.
LA PROGNOSI – In genere la prognosi è complicata, soprattutto tra i neonati. Nel 10% dei casi la malattia è rapida e acuta, e porta al decesso in poche ore. Solo il 50-60% guarisce completamente, mentre il 30% sopravvive riportando conseguenze gravi, tali ad esempio da rendere necessarie protesi acustiche o degli arti. Possono riportarsi cicatrici invalidanti e problemi alla vista.
INCUBAZIONE E PROFILASSI CON GLI ANTIBIOTICI – L’incubazione dura 10 giorni, nell’ambito di questo periodo si può fare la profilassi, ovvero una terapia antibiotica specifica: più è precoce, maggiori le probabilità che la malattia guarisca. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari anche se possono dare origine a focolai epidemici.
VACCINI – Evitare la malattia è possibile grazie ai vaccini, disponibili per adulti, anziani e bambini. Ci si può vaccinare contro meningite da Haemophilus influenzae di tipo B, per le forme causate dallo pneumococco e dai ceppi A, B, C, Y, W 135 del meningococco. Tra questi ceppi quello più diffuso è il B.
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