Insonnia, un disturbo sempre più diffuso che non permette di dormire bene, che porta a svegliarsi spesso durante la notte, ad avere difficoltà a prendere sonno o a svegliarsi molto presto la mattina. Un disturbo che colpisce soprattutto gli anziani e le donne, specie in menopausa, e che varia da persona a persona. Ma quando si può parlare di insonnia cronica? E soprattutto, cosa si può fare per combatterla? Lo spiega il dottor Vincenzo Tullo, neurologo e Responsabile dell’ambulatorio delle cefalee e del sonno in Humanitas, sul sito dell’ospedale.
“L’insonnia occasionale interessa un terzo della popolazione mondiale. Quando però il disturbo cronicizza e tende a protrarsi per oltre un mese, è bene rivolgersi al medico. È dunque importante ascoltare il proprio corpo, in modo da riconoscere eventuali segnali, e se necessario ricorrere ad accertamenti più approfonditi”.
Le cause all’origine dell’insonnia possono essere diverse:
“Neurologiche, internistiche, psichiatriche, ambientali, da jet lag, cattive abitudini alimentari. Occorre però sottolineare che gioca un ruolo importante anche la predisposizione genetica. Riconoscere le cause alla base dell’insonnia è fondamentale, così come non trascurare questo disturbo. L’insonnia infatti, se non opportunamente trattata, oltre a compromettere la qualità di vita e a impattare sull’efficienza delle proprie performance giornaliere, può favorire l’insorgenza di patologie importanti come l’ipertensione, il diabete e l’obesità; può provocare disturbi psicologici, come ansia e depressione; ridurre la memoria e la concentrazione e abbassare la soglia di tolleranza al dolore”, sottolinea il dottor Tullo.
Ecco allora come fare per cercare di migliorare la qualità del proprio sonno:
Non andare a dormire troppo tardi, perché la melatonina, che concilia il sonno, viene prodotta all’imbrunire per poi raggiungere il picco intorno alle due.
Lasciar passare almeno un paio d’ore tra la cena e il momento in cui si va a dormire, perché la digestione può interferire con il riposo.
Non allenarsi prima di andare a dormire perché l’accumulo di adrenalina non aiuta il riposo.
Spegnere la luce, tablet e cellulari: la luce blu emanata dagli schermi di cellulari e tablet infatti può inibire la produzione di melatonina.
Evitare di dormire durante il giorno, laddove se ne sentisse la necessità, non superare l’ora di sonno.
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