SYDNEY – Infarto, una speranza arriva dall’Australia. I ricercatori dell’università di Sydney hanno testato, al momento solo sugli animali, delle “microparticelle” che, se iniettate nel sangue entro 24 ore dall’attacco cardiaco, sono in grado di ridurne i danni.
Dopo un infarto, infatti, gran parte del danno al muscolo cardiaco è provocato dalle cellule infiammatorie, che si accumulano nei tessuti che soffrono per una mancanza di ossigeno. Ma questo danno può essere dimezzato se si utilizzano speciali microparticelle in grado di tenere lontane le cellule infiammatorie dal cuore. Le particelle sono così piccole che hanno dimensioni 200 volte inferiori a quelle di un capello.
In altre parole questa terapia potrà permettere di prevenire i grossi danni del tessuto cardiaco grazie alle microparticelle che ‘costringono’ le cellule infiammatorie ad essere smaltite dall’organismo.
Le stesse microparticelle hanno dimostrato di potenziare la riparazione dei tessuti in modelli animali di malattie come sclerosi multipla, peritoniti, infiammazioni virali del cervello o in caso di trapianti di rene. Ora il prossimo passo sarà testare la sicurezza di queste microparticelle per poter quindi passare ai test sull’uomo. I primi studi clinici sono previsti entro un paio d’anni all’università di Sydney.
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