Salute

Alzheimer, un test potrebbe rivelare malattia prima che venga diagnosticata

Un test potrebbe rilevare la malattia di Alzheimer tre anni e mezzo prima che venga diagnosticata. E’ quanto suggerisce una ricerca dell’Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience del King’s College di Londra. I ricercatori hanno messo a punto un test basato sul sangue che potrebbe prevedere il rischio della malattia. Lo studio supporta l’idea che i componenti del sangue possano influenzare la formazione delle cellule cerebrali.

Per un certo numero di anni i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue da 56 persone con decadimento cognitivo lieve (MCI). Si tratta di una condizione in cui qualcuno inizierà a sperimentare un peggioramento della memoria o delle capacità cognitive. Anche se non tutti quelli con MCI si ammaleranno del morbo di Alzheimer, quelli con la condizione progrediscono verso una diagnosi a un tasso molto più elevato rispetto alla popolazione più ampia.

La dott.ssa Edina Silajdzic, prima autrice congiunta dello studio, ha dichiarato: “I nostri risultati sono estremamente importanti, poiché potenzialmente ci consentono di prevedere l’insorgenza precoce dell’Alzheimer”.

La professoressa Sandrine Thuret, autrice principale dello studio di King’s IoPPN, ha dichiarato: “Studi precedenti hanno dimostrato che il sangue dei topi giovani può avere un effetto ringiovanente sulla cognizione dei topi più anziani migliorando la neurogenesi dell’ippocampo. Questo ci ha dato l’idea di modellare il processo di neurogenesi in un piatto usando cellule cerebrali umane e sangue umano.

“Nel nostro studio, abbiamo mirato a utilizzare questo modello per comprendere il processo di neurogenesi e utilizzare i cambiamenti in questo processo per prevedere la malattia di Alzheimer e abbiamo trovato la prima prova negli esseri umani che il sistema circolatorio del corpo può avere un effetto sulla capacità del cervello di formare nuove cellule”. Fonte: Daily Mail.

Il test italiano.

Un test del sangue basato su un nuovo marcatore dell’Alzheimer è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti, insieme a quelli dell’Università di Göteborg, in Svezia, e dell’Università di Brescia.

I loro risultati, pubblicati sulla rivista “Brain”, hanno mostrato che il nuovo biomarcatore, basato su un anticorpo che si lega in modo specifico alla proteina tau prodotta nel cervello, supera gli attuali test usati per rilevare la neurodegenerazione legata all’Alzheimer.

Gli scienziati sperano che introdurre test di questo tipo possa aiutare ad individuare e iscrivere in studi clinici pazienti appartenenti a gruppi di popolazione finora escluse dalla ricerca. (Ansa).

Silvia_Di_Pasquale

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