Roma – "Comprendere il preservativo femminile nei programmi di prevenzione per l'Hiv non significa solamente rendere disponibile una efficace alternativa al profilattico maschile (che già di per sé sarebbe abbastanza). Significa riconoscere che per ragioni biologiche, socioeconomiche e culturali le donne si infettano di più degli uomini durante un rapporto sessuale non protetto. Significa soprattutto assumersi il compito di trovare a questa maggior vulnerabilità una soluzione pratica efficace e consegnarla alle donne". E' quanto afferma Alessandra Cerioli, presidente della Lila (Lega italiana per la lotta contro l'Aids), che chiede al ministro della Salute, Renato Balduzzi, "se, come già accade in altri Paesi, ci sarà un sostegno istituzionale al profilattico femminile, che attualmente in Italia resta un oggetto misterioso e con un costo di oltre 2 euro a pezzo".
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