ROMA – Una volta a pranzo ho visto una signora distinta, con tanto di tailleur, impeccabilmente truccata e valigetta che da tutti i pizzi trapelava aria di “io rivesto un ruolo importante” mangiare la fetta di ananas dimenticandosi l’uso della forchetta, portando il frutto alla bocca con le mani e succhiandone il succo con tanto di “slunguazzate” vistose e, dulcis in fundo, bel mignolino all’insù. Lo giuro. Questo ovviamente è solo un esempio (forse il più drastico) di quello che mi è capitato vedere al ristorante, ma è tanto per giustificare il fatto che sì, lo sposo perfettamente il manuale-progetto di Roberta Schira “Il (nuovo) bon ton a tavola e l’arte di conoscere gli altri”.
Perché, diciamolo, se anche il galateo inglese ha concesso di poter mangiare la pizza con le mani se si è con amici, qui si tratta proprio di un altro paio di maniche, o di piedi, visto che la maggior parte della gente è con questi che mangia.
Schiene ricurve, capelli svolazzanti che finiscono nelle pietanze, cellulari a tavola (o, ancora peggio, sotto le tovaglie) sono solo alcuni degli errori orrori che si fanno a tavola e, spiega l’autrice del manuale, è proprio mentre si condivide una cena o un pranzo che è possibile conoscere chi si ha davanti.
Così è grazie ad una carbonara che si riesce a smascherare un bugiardo, perché, spiega Schira, è proprio davanti a un piatto e a un bicchiere di vino che l’essere umano si rivela incondizionatamente per quello che è.
Un vero e proprio Psico-galateo quello dell’autrice, che, spiega, “non è un libro sul bon ton. Non è un libro sul linguaggio del corpo, è la personale visione di una “voyeur del convivio, una feticista del commensale” che per lavoro gode di un osservatorio privilegiato e porta una teoria: la tavola è il luogo ideale dove si pacificano le due istanze opposte della storia dell’umanità, legge e istinto. Dove la regola è il galateo mentre l’istinto è il corpo che parla. Super Io – contro inconscio”.
Il libro svela, tra le altre cose, come conoscere davvero una persona decodificando il suo linguaggio corporeo durante una cena. Attenzione dunque a come sta a tavola: se sta troppo ricurvo sul piatto, fattore che determina la sua estrazione sociale ed educazione, non è buon segno, così come non lo è se smanetta con il cellulare sotto la tovaglia. Anche il rapporto che ha con il cibo può rivelarti molto: se si avventa sul cibo e ingurgita tutto in pochi attimi è molto probabile che sarà così anche nelle relazioni. Allo stesso modo, una ragazza che invece sul cibo non ci si avventa per niente e anzi giocherella con la forchetta nel piatto scansando il cibo e ingoiandolo solo per finta, molto difficilmente saranno donne passionali e seduttive.
Ancora, la premura che ha l’uomo ha nel tenere sempre pieno il bicchiere della commensale è importante: se per più di mezz’ora si scorda di versare del vino o dell’acqua, è sintomo di poca attenzione.
Anche sul modo in cui scruta il menù e il conto, l’autrice del libro, ha qualcosa da dire. Ma forse, visti i tempi di crisi, l’errore del nostro commensale di guardare prima i prezzi e poi le pietanze, quasi quasi glielo possiamo anche perdonare…
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