ROMA – Essere o fare: l’enigma della donna tra carriera e famiglia. Vi propongo una riflessione sull’articolo di Patrizia La Daga del 2012 che con parole chiare definisce la situazione della Donna sempre in bilico tra carriera e famiglia che sembra proprio non avere una risoluzione:
“Conosco molteplici tipologie di donne tra i quaranta e i sessant’anni, l’età in cui in genere le scelte più importanti della vita appartengono al passato, la direzione è stata tracciata e salvo cataclismi, le correzioni di rotta dovrebbero rappresentare semplici aggiustamenti. Quasi tutte hanno qualche cicatrice lasciata da scelte non facili. C’è chi le mostra e chi le nasconde. Sono evitabili? Io credo di no. Almeno non in una società in cui per esistere agli occhi degli altri occorre affermarsi attraverso quello che si fa e quello che si ha. In altre parole, finché il cosa fai sarà più importante di ciò che sei, le donne continueranno a soffrire per non riuscire a dimostrare a se stesse e al mondo di essere in grado di realizzare tutto quello che si sono prefissate: fare carriera, curare la propria forma fisica, essere mogli e compagne amorevoli, madri ineccepibili, perfette padrone di casa e possibilmente essere sorridenti e felici come nelle pubblicità”.
A quante di noi è toccato? Come abbiamo vissuto o stiamo vivendo la cosa? È vero noi donne abbiamo una marcia in più (anche più di una!), ma siamo essere umani costretti, nostro malgrado, a trasformarci in dei super eroi a scapito del sonno, della stanchezza e della cura di noi stesse. Perché noi donne ci mettiamo in fondo alla “lista”. Tutto prima è più importante anche i piatti da lavare. Ecco che in breve ci si sente scoraggiate e derubate. Si perché in effetti (a parte qualche compagno illuminato, ma non ce ne sono molti in giro!) nessuno si accorge degli immensi sacrifici di una madre.
In parte è anche colpa nostra: non chiediamo aiuto, non vogliamo aiuto. Noi siamo più brave, siamo più veloci. Ma che costi ha tutto ciò? Imparare a delegare, educare i figli alla collaborazione e saper scegliere tra una cosa veramente importante ed una che in fondo lo è meno sarebbe già un primo passo. Che succede se rallentiamo? Nulla. Magari facciamo qualche errore in meno sul lavoro e a casa e questo è un beneficio. Sicuramente sorrideremo di più e saremo più disponibili verso marito e figli. Impariamo a rispettarci, a rispettare i nostri reali ritmi ed il nostro corpo che con il passare dell’età si esaurisce in termini di forza e pazienza. Non pretendiamo da noi stesse a 50 anni quello che facevamo a 40 perché troppa acqua è passata sotto i ponti e noi volenti o no non siamo più le stesse.
di Emanuela Scanu
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