MILANO – Dalla sala da pranzo al modo di trasportare il cibo, dal caffè ottocentesco al chiosco da fast food fino agli “strumenti per i riti cannibalici”: è un viaggio alla scoperta del rapporto tra arte, design e cibo quello che propone a partire da oggi la Triennale di Milano la mostra ‘Arts&Foods. Rituali dal 1851’. Curato da Germano Celant con gli allestimenti di Italo Rota, lo spazio resterà aperto per tutta la durata di Expo: oltre 2 mila pezzi provenienti da tutto il mondo e collocati in 15 spazi per ripercorrere e interpretare il rapporto tra l’uomo e il cibo.
Arts&Foods è un viaggio artistico dentro la storia dello spazio più familiare che esista, quello di casa in cui l’uomo consuma il cibo: la cucina. Un viaggio nella sala da pranzo, dalla cucina contadina alla tavola aristocratica, il tutto accompagnato da filmati d’epoca e da opere di artisti come De Chirico, Braque, Picasso, Morandi. Fino alla ‘Ultima Cena’ di Andy Warhol, ‘icona-denuncia’ in chiave pop art della sacralità violata dello stare a tavola “insieme”. Non a caso il percorso della mostra si chiude con la riflessione degli artisti contemporanei sulla contraddizione di oggi: da un lato la fame nel mondo, dall’altro i disturbi alimentari della società dell’opulenza come anoressia e bulimia. Accanto ad Arts& Foods, la Triennale propone per tutta la durata di Expo un’altra mostra, che di fatto la integra: ‘Cucine&Ultracorpi’, che ripercorre la storia della presenza degli elettrodomestici “dentro” alle nostre abitudini. E’ questo il tema dell’ottava edizione della Triennale Design Museum, che a sua volta durerà da domani per tutto il periodo di Expo. Il titolo è ispirato al libro di fantascienza di Jack Finney ‘L’invasione degli ultracorpi’, in cui gli alieni diventano cospiratori capaci di insinuarsi tra gli abitanti della Terra, proprio come hanno fatto gli utensili da cucina. L’itinerario si sviluppa per aree tematiche e sensoriali: i frigoriferi raccontano il freddo e l’acqua, dal frigo bar di piccole dimensioni alla cantinetta fino al moderno “abbattitore”; quindi i piani cottura per raccontare “la storia del fuoco in cucina”; lo smaltimento dei rifiuti e il riciclo di quelli organici racconta poi il rapporto tra la cucina e la terra e la ricerca di nuove soluzioni sostenibili.
Il percorso prosegue con aria, tatto e olfatto, racconto che passa per le cappe da cucina fino alle lame che affettano, tritano e tagliano. Il caffè è alimento scelto per rappresentare l’olfatto con una selezione di oltre 100 esemplari di macchine elettriche raccolte in una libreria che ne racconta l’evoluzione dai primi del Novecento fino a oggi.
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