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Tango, la “culla” della danza resta sul Rio de la Plata

BUENOS AIRES – Il tango spopola ormai in tutto il mondo, ma si conferma che la sua culla è sul Rio de la Plata: dei quattro ballerini usciti vincitori nel ‘mundial’ chiuso nella giornata del 28 agosto a Buenos Aires, tre sono argentini e uno uruguaiano. Nella categoria ‘tango salon’ (in cui la posizione di base è l’abbraccio e nella quale la coppia non può separarsi finché dura la musica) si sono imposti Paola Sanz (29 anni) e Fernando de la Cruz (26), una coppia tutta argentina.

In quella invece del ‘tango escenario’, che lascia più spazio alla fantasia e ai passi coreografici, hanno vinto invece l’uruguayana Maria Noel Sciuto (24) e l’argentino Cristian Sosa (25). ”Per molti anni – hanno raccontato – abbiamo lavorato duro, tra l’altro anche per strada, in centro, a Buenos Aires; dove dopo aver finito di ballare raccoglievamo un po’ di soldi con il cappello in mano tra i passanti, molti dei quali turisti”.

I vincitori nelle due categorie hanno battuto coppie di diversi paesi del mondo, molti dei quali latinoamericani (Colombia, Cile, Uruguay, Venezuela), oltre agli Stati Uniti, Russia, Belgio e Portogallo. Questa nuova edizione del ‘Festival de tango’ della megalopoli argentina ha confermato la vitalità di quella che è la musica simbolo della città di Carlos Gardel. A Buenos Aires, il tango rappresenta ormai tante cose: molto ‘business’, visto che è un forte richiamo sul fronte turistico, ma anche una solida tradizione che si rafforza anche grazie ad un continuo rinnovamento su più fronti. Ogni giorno di più, nei diversi quartieri della megalopoli argentina il tango si balla nelle ‘milongas’ e si suona un po’ dappertutto, dai grandi spazi ai locali solo per intenditori, con un pubblico di ogni età, fatta eccezione, forse, per i giovanissimi.

Il successo del Festival si spiega anche con la varietà delle iniziative organizzate, visti i 200 spettacoli in programma e i 2 mila artisti presenti tra ‘milongueros’, musicisti, cantanti e insegnanti, molto richiesti tra l’altro dagli stranieri. Grande rilievo è stato dato tra l’altro alle conferenze sui temi più variegati: per esempio, ‘spazio al flauto’, ‘censura e pasteurizzazione del tango’, ‘storia della fonografia’, ‘le nostre Greta Garbo’, ‘creatività e innovazione’. Un’altra delle novità di quest’edizione sono stati i numerosi omaggi a Piazzolla. A suonare in suo onore c’è stato anche il nipote di ‘re’ Astor, Daniel Piazzolla, batterista del gruppo jazz Escafandrum.

Le immagini del festival (LaPresse):

lbriotti

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