ROMA – Robbie Williams arriva ai 40 anni (li compie il 13 febbraio) mentre sembra che le cose girino tutte per il verso giusto. “Swing Both Ways”, l’album swing fratello di “Swing When You’re Winning” del 2001, è un successo che quest’anno darà il titolo al nuovo tour mondiale. Il conto in banca è uno dei più solidi in circolazione, le cifre della sua carriera sono da Guinness dei primati e, visto che di solito i 40 anni sono un traguardo che induce ai bilanci esistenziali, ha tanti elementi per cominciare a pensare positivo.
Soprattutto, ora che è sposato con l’attrice tv Ayda Field dalla quale ha avuto la piccola Theodora Rose, sembrano lontani gli anni ’90 quando, dopo aver lasciato in modo traumatico i Take That, aveva cominciato a scivolare lungo una deriva pericolosa. Come con grande sincerità ha raccontato lui stesso, al di là degli eccessi compiuti, Williams ha sofferto di depressione, un male che è stato acuito dallo sfortunato tentativo di sfondare negli Usa, un fallimento che è l’unico neo di una carriera da super star. Il periodo trascorso a Los Angeles rimane un capitolo buio della sua vita in cui i vari pezzi sembrano tornare a posto. Persino con i vecchi compagni d’avventura dei Take That con i quali, nel 2011, è stato protagonista di una clamorosa e fortunata reunion che ha generato un album e un tour, e riallacciato dei rapporti all’epoca finiti malissimo, in particolare con Gary Barlow.
Nel nuovo disco è tornato a lavorare con Guy Chambers, suo storico partner musicale dopo una lunga e chiacchieratissima separazione. A sentire lui in questo momento il suo nemico principale è la tendenza a ingrassare. Il che non è poco per uno che a nemmeno 20 anni aveva problemi di rehab. D’altra parte non è difficile capire come si possa perdere la testa quando adolescente ti ritrovi nella boy band più famosa del mondo, vieni cacciato via, ti fai una fama di attaccabrighe inaffidabile e devi ricostruirti una vita e una carriera, dimostrando di essere qualcosa di più di un bel ragazzetto addestrato a mandare fuori di testa le ragazzine. Robbie Williams c’è riuscito alla grande, dimostrando di essere un perfetto interprete pop, con un fiuto micidiale nello scegliere il repertorio (il numero di hit al suo attivo è impressionante), un talento naturale d’attore, una notevole abilità nel produrre video che conquistano l’attenzione dei media e nella gestione delle polemiche. Per non dire del fatto che dal vivo è un performer fuori dal comune. Il bello è che anche lui soffre di panico da palcoscenico.
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