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LVMH, vicenda capitale Hermès: multa di 8 milioni di euro

PARIGI – LVMH deve pagare una multa di 8 milioni di euro per violazione degli obblighi informativi riguardo la propria presa di partecipazione nel capitale di Hermès.

La decisione è stata presa in data 25 Giugno dall’Autorità per i Mercati Finanziari francese (AMF).

Nell’ottobre del 2010, LVMH aveva annunciato a sorpresa di essere arrivata a detenere il 17,3% del capitale della maison Hermès, tramite operazioni su derivati, e più precisamente con il regolamento in azioni di prodotti finanziari complessi (chiamati equity swaps). Successivamente, il numero uno mondiale del lusso era cresciuto ancora fino al 22,6% del capitale del marchio suo connazionale.

LVMH ha immediatamente deciso di presentare appello alla decisione della commissione sanzioni dell’AMF “il più presto possibile”.

LVMH sostiene che la multa si basi semplicemente sul fatto che viene contestata un’operazione dichiarata con 4 mesi di ritardo e ricorda che questa decisione non mette in discussione la legittimità della transazione annunciata il 23 ottobre 2010.

“Il principio stesso alla base della sanzione, e più ancora il suo ammontare”, insiste il comunicato ufficiale del gruppo guidato da Bernard Arnault, sono “totalmente ingiustificati”. LVMH contesta “fermamente” qualsiasi violazione di informazioni al mercato e conta di ristabilire la realtà “dei fatti” davanti alla Corte d’Appello di Parigi.

Si tratta della multa più ingente di sempre mai inflitta dall’AMF. Il suo importo è tuttavia inferiore ai 10 milioni di euro richiesti il 31 maggio scorso dal collegio giudicante dell’AMF per questa vicenda.

Nello stupore generale, il 23 ottobre di 3 anni fa, LVMH annunciò di possedere il 14,2% e presto il 17,1% di Hermès, azienda quotata in Borsa dal 1993, ma posseduta in maggioranza dagli eredi del fondatore Thierry Hermès. LVMH ripete di aver preso questa decisione di convertire i suoi equity swaps in titoli Hermès piuttosto che in contanti il 21 ottobre 2010, e non già nel mese di giugno 2010, e di avere “prontamente” informato il mercato.

Secondo la commissione invece, se si procede a “una visione globale dell’operazione, la sola ricerca di un profitto finanziario [rende] difficilmente spiegabili le particolari modalità di conclusione di questi contratti”. LVMH si è in realtà, prosegue la commissione, “fornito i mezzi per preparare una transazione finanziaria ai sensi dell’articolo 223-6 del regolamento generale” dell’AMF. L’ammontare degli equity swaps, poi, è definito dalla commissione “atipico”; essi sono stati “ripartiti tra diverse banche al fine di evitare la dichiarazione di superamento della soglia” autorizzata. In più, essi sono stati perfezionati “da filiali straniere di LVMH che non compaiono nella lista delle società consolidate dalla stessa nel bilancio annuo per il 2010”. LVMH ha lui stesso indicato alle banche dove si trovavano i titoli, consentendo di assicurare la copertura degli swaps, con il gruppo che avrebbe anche “nascosto la concentrazione” di questi prodotti finanziari nei suoi conti…

Ricordiamo che LVMH (Louis Vuitton Moët Hennessy) è il gruppo leader mondiale nel settore del lusso. Il colosso francese è presente nel settore ‘Vini & Liquori’ soprattutto grazie ai brand Moët & Chandon, Dom Pérignon, Veuve Clicquot Ponsardin, Krug, Ruinart, Mercier, Château d’Yquem, Hennessy, Glenmorangie, Ardbeg, Numanthia, Vodka Belvedere, Chopin, 10 Cane, Chandon, Cloudy Bay, Terrazas de los Andes, Cheval des Andes, Green Point, Cape Mentelle, Newton. Il settore ‘Moda & Pelletteria’ include i marchi Louis Vuitton, Céline, Loewe, Kenzo, Givenchy, Thomas Pink, Fendi, Emilio Pucci, Donna Karan, Marc Jacobs, Berluti e StefanoBi.

Ma LVMH è presente anche nel settore dei ‘Profumi & Cosmetici’ coi brand Parfums Christian Dior, Guerlain, Parfums Givenchy, Kenzo Parfums e Parfums Loewe, oltre che con altre aziende cosmetiche a forte potenziale di crescita (BeneFit Cosmetics, Make Up For Ever, Acqua di Parma e Fresh). LVMH è anche attivo nella distribuzione selezionata attraverso DFS, Sephora in Europa e negli USA, Le Bon Marché, la Samaritaine e Royal Van Lent. Il gruppo ha inoltre costituito un ramo ‘Orologi & Gioielli’ riunendo i marchi Bulgari, TAG Heuer, Chaumet, Christian Dior Montres, Zenith, Fred, Hublot e De Beers Diamond Jewellers Limited, una joint-venture creata insieme al primo gruppo mondiale di diamanti.

Fonte: FashionMag

Claudia Montanari

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