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Dolce & Gabbana, negozi “chiusi per indignazione” a Milano

MILANO – “Chiuso per indignazione”. A Milano Dolce & Gabbana tengono le serrande abbassate per protesta contro le presunte dichiarazioni dei giorni scorsi dell’assessore Franco D’Alfonso il quale, a titolo personale, ha suggerito di non concedere spazi simbolo della città a personaggi “che hanno rimediato condanne per fatti come l’evasione fiscale”.

La frase che campeggia su tutte le vetrine delle boutique milanesi di Dolce & Gabbana, tradotta anche in inglese, precede l’articolo di stampa dal titolo ‘Il Comune chiude le porte a D&G’.

La reazione degli stilisti Dolce & Gabbana alla presunta frase attribuita a Franco D’Alfonso è stata molto dura. Domenico Gabbana per mezzo di Twitter ha commentato: “Comune di Milano, fate schifo!”. Una dichiarazione che nell’arco di poche ore ha riscosso decine e decine di commenti altrettanto sdegnati.

Nel frattempo l’assessore chiariva: “su alcuni organi di stampa è stata riportata una mia frase, non contenuta in un’intervista, ma estrapolata da una conversazione informale riguardante argomenti generali, che non esprimeva certo l’opinione dell’amministrazione. Preciso che da parte mia c’è l’assoluto rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza fino ad una sentenza definitiva. Il garantismo è un principio universale che vale per tutti. Auspico quindi che nel procedimento in corso Dolce e Gabbana chiariscano la loro posizione”.

In serata era poi giunto il commento del sindaco di Milano Giuliano Pisapia. “La battuta dell’assessore D’Alfonso è stata improvvida, ma la reazione di Stefano Gabbana è stata ingenerosa. Lo stesso assessore D’Alfonso ha chiarito del resto come la sua fosse un’affermazione personale e non riconducibile all’Amministrazione e ha comunque aggiunto che anche lui crede fermamente nella presunzione di innocenza”.

‘Non trovo dunque accettabile – ha concluso il sindaco – che si possa rispondere a una frase infelice offendendo il Comune e, quindi, la città come in queste ore è accaduto da parte di chi, comprensibilmente, si è sentito offeso. Milano è la capitale della moda, un settore che sosteniamo con piena convinzione e massimo impegno e vuole essere sempre più anche la capitale dei diritti. Spero, quindi, che questo spiacevole episodio possa chiudersi al più presto e senza alcuno strascico”.

Claudia Montanari

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