ROMA – Fecondazione eterologa, ecco come si deve fare per accedervi. Le linee guida sono state approvate la settimana scorsa dalla Conferenza delle Regioni, e sbloccano la situazione italiana dopo la bocciatura, da parte della Corte Costituzionale lo scorso aprile, al divieto di eterologa sancito dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Al momento, però, solo la Toscana, la Liguria e l’Emilia Romagna le hanno recepite.
La pratica, in ogni caso, la fecondazione eterologa sarà gratuita o con ticket in base al reddito, ma consentita solo alle donne ‘riceventi’ in età potenzialmente fertile (limite a 43 anni).
Al momento della richiesta bisogna presentare il certificato di infertilità o sterilità. I centri sono gli stessi autorizzati per la fecondazione omologa. Anche le analisi e gli screening da effettuare per la coppia ricevente sono gli stessi della fecondazione omologa. Cambiano, però, tutti gli aspetti legati al donatore/donatrice esterno.
Il percorso diagnostico per la fecondazione eterologa è del tutto simile a quello per l’omologa. In Toscana si è già partiti. Ora per fare in modo che in tutto il Paese si possa accedere alla pratica occorre che tutte le Regioni recepiscano le linee guida.
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