Secondo una recente indagine, il 35% degli imprenditori franchisee (ovvero degli imprenditori che si affidano a marchi in franchising e quindi alla consulenza di una casa madre e ad un marchio conosciuto per aprire la propria azienda) sono donne.
Le donne che diventano imprenditrici con un franchising hanno tipicamente almeno 30 anni e si avvicinano alla carriera imprenditoriale come scelta di vita, spesso anche perché il mercato del lavoro è più avaro con loro e offre meno possibilità di crescita professionale e guadagno.
Inoltre, per quanto sia decisamente impegnativo lavorare in proprio, permette tuttavia di potersi gestire in modo più flessibile gli impegni lavorativi nell’arco della giornata, consentendo a chi sta iniziando o ha una famiglia di conciliare il lavoro con il tempo per i figli o la casa.
Oltre la metà delle donne che abbracciano l’imprenditoria in franchising non sono alla prima esperienza di lavoro: al contrario il 45 % viene da professioni libere (professionista, commerciante), mentre il 25% viene dal lavoro dipendente, quindi sono persone con competenze da spendere e aspettative realistiche.
Sta di fatto, che l’imprenditrice donna è una “categoria” molto apprezzata nell’ambito del franchising, perché, abbracciando il lavoro autonomo come svolta consapevole e fortemente voluta, devolvono alla nuova iniziativa un investimento in impegno e motivazione spesso altissimo. Si tratta specificatamente di un desiderio di provarsi in una avventura personale, oltre che lavorativa, mettendosi alla prova del mercato.
Le donne imprenditrici scelgono spesso marchi di franchising e settori imprenditoriali legati in un certo modo alla cultura femminile: il cibo (bar, ristoranti), la moda (negozi di abbigliamento) e i servizi, particolarmente i servizi di educazione e i servizi alla persona.
Si tratta di settori nei quali l’investimento economico iniziale è contenuto: anche questa è una caratteristica che spicca se guardiamo alla mappa delle nuove imprese al femminile.
Parlando quindi di imprenditoria in franchising, potremmo riassumere che alle donne imprenditrici il franchising piace “economico” (oltre il 51% sceglie investimenti inferiori a 25mila euro), e puntato su beni e servizi del settore alimentare o personale.
Come è noto, l’insegnamento e l’educazione sono settori i cui addetti sul campo sono in larghissima maggioranza donne. Tuttavia, tra gli imprenditori e dirigenti di questo settore, c’è ancora una preponderanza di figure maschili (rappresentate al 65% circa, contro il 34% di imprese del settore istruzione in mano a donne).
Tuttavia, nel segmento che richiede minore investimento economico in entrata, si avvicinano i dati del lavoro e dell’imprenditoria dirigenza: all’insegna del rosa.
In altre parole, dove c’è una minore richiesta di investimento iniziale, imprendono soprattutto le donne, che sono quelle che meglio conoscono “dal basso” il settore dell’insegnamento, dell’educazione e della cura.
L’inglese è, e tale resterà nonostante gli sconvolgimenti geopolitici, la lingua franca internazionale. La richiesta in Italia di corsi di inglese è in costante crescita, nonostante la crisi, perché molte persone percepiscono che gli strumenti offerti nelle scuole non sono sufficientemente efficaci per permettere di diventare confidenti e fluenti in inglese.
Per questo si investe, nonostante la contrazione generale delle spese da parte delle famiglie, nei corsi di lingue: si comprano soprattutto corsi di inglese per i bambini ed i ragazzi, nella convinzione che conoscere la lingua possa offrire loro un migliore futuro.
Come donna-imprenditore, la scelta del settore delle scuole di inglese è oggi strategico, perché:
Inoltre, ci sono altre valutazioni da fare. Il settore delle scuole di inglese è tradizionalmente uno dei settori “classici” del franchising: ciò ha creato negli anni una offerta piuttosto vasta ed articolata, nella quale è possibile trovare tipologie di marchio diverse, con condizioni anche economiche differenziate.
Se da una parte ci sono grandi marchi, con decenni di storia ma richieste elevate, dall’altra ci sono marchi emergenti, tecnologici, che offrono eccellenti standard e richiedono fee di ingresso molto contenute.
Per esempio, Open Minds è una scuola di inglese che ha raggiunto una visibilità top negli ultimi due anni grazie al sito internet molto frequentato e al suo autorevole blog, come azienda si rivolge con programmi di affiliazione “light” non solo a chi vuole aprire una scuola di inglese ma anche ad insegnanti Freelancer.
In questo modo i servizi normalmente connessi al franchising delle scuole di inglese (consulenza commerciale e didattica, visibilità del marchio) possono essere ottenuti con un investimento iniziale inferiore ai 5mila euro.
La congiuntura tra basso investimento in entrata e tenuta del settore è favorevole per chi sta pensando di mettersi in proprio.
Tra storia millenaria, tradizioni popolari e paesaggi mozzafiato, il borgo si distingue per cultura, artigianato…
L’uso intensivo di smartphone e tablet causa dolori cervicali e accelera l’invecchiamento cutaneo del collo.…
Nuovo colpo di scena nella soap La Notte nel Cuore, che porterà scompiglio negli equilibri…
All'outfit di Natale quest'anno ci pensa Action, che ha messo in promozione uno splendido abito…
Nelle prossime puntate de La Notte del Cuore, un colpo di scena influirà sul rapporto…
Caterina Balivo apre la strada per il look da ufficio più ricercato di questo inverno,…