ROMA – Lo sapevate che gli appunti di Marie Curie possono essere letali? Com’è possibile? Ebbene, la scienziata Marie Curie morì a 66 anni, nel 1934, a causa di un’anemia aplastica, una malattia del sangue causata dall’eccessiva esposizione ai materiali radioattivi. Ma allora questo non era noto alla scienza e la sua morte fu solo dopo attribuita agli esperimenti che conduceva col marito, lo scienziato Pierre Curie, con cui realizzò diversi rivoluzionari studi sulla radioattività.
È questo il motivo per cui, oggi, i manoscritti della scienziata franco-polacca vengono custoditi in determinate condizioni di sicurezza: i suoi appunti sono contenuti in vere e proprie scatole di piombo. Quelli custoditi alla Biblioteca Nazionale di Parigi possono addirittura essere visti solo indossando abiti protettivi e firmando una apposita liberatoria. Questo perché gli oggetti radioattivi erano utilizzati comunemente dai coniugi Curie, che così si esposero per tutta la vita alle radiazioni.
Difatti, come ricorda Focus, era frequente per i due studiosi custodire oggetti di radio e plutonio nelle tasche, e la loro casa, che dal 1934 al 1978 fu sede dell’Istituto di Fisica Nucleare dell’università di Parigi, fu decontaminata solo nel 1991. Fino ad allora, tra i vicini era stata riscontrata un’anomala quantità di persone ammalatesi di cancro. Ecco per cui gli appunti e i manoscritti si sono impregnati di radiazioni e ancora oggi possono essere molto pericolosi.
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