“I crostacei provano dolore”, continueremo a bollirli vivi?

18 Gennaio 2013 - di aavico

ROMA – I crostacei provano dolore: granchi, gamberi, aragoste, quando vengono uccise (magari nell’acqua bollente) provano dolore. Questo potrà forse cambiare le abitudini nel cucinarli. La scoperta, pubblicata sul Journal of Experimental Biology, contraddice quanto si è creduto finora, ossia che i loro movimenti fossero semplicemente dei riflessi automatici.

A dimostrare che, proprio come i mammiferi, i crostacei possono provare ed esprimere un’autentica sofferenza è l’esperimento condotto dai biologi Elwood e Barry Magee, dell’irlandese Queen’s School of Biological Sciences. Il risultato è la conferma definitiva di quanto gli stessi ricercatori avevano osservato in passato studiando gamberi e paguri. +

Sì perchè molti, nonostante il lavoro in cucina, rispettano gli animali evitando inutili sofferenze. E’ quello che dice Heinz Beck, pluristellato chef del ristorante La Pergola, da anni in cima alle classifiche dei migliori di Roma: ”Ho sempre saputo che immergendo in acqua bollente dalla testa un’aragosta non sente dolore. Nessuno vuol far male agli animali e io sono sempre stato molto scrupoloso”, commenta lo chef Heinz Beck. ”Se non va bene quanto da sempre insegnato nelle scuole di cucina – aggiunge – aspettiamo ora dai ricercatori indicazioni su metodi indolori di soppressione dei crostacei”.

Beck afferma di avere ”sempre rifiutato metodi ‘atroci’ che uccidono gli esemplari vivi tagliandoli a metà con un colpo di coltello. E’ atroce, e io non l’ho mai fatto. Ma se non va bene la tradizionale cottura in acqua bollente, ci diano indicazioni per una dolce morte perche’ la clientela continua a chiedere, anche in tempi di crisi, i crostacei”. Nel frattempo, conclude, ”rimango scrupoloso, ma continuerò a portali a tavola”.