Categories: cronaca

Isis, Aqsa Mahmood: la ragazza di 20 anni che trova le spose per la Jihad

ROMA – Si chiama Aqsa Mahmood, è una ragazza scozzese di 20 anni, e trova spose per gli uomini della Jihad. Si è formata nelle migliori scuole di Glasgow e ora guida una brigata femminile che a Raqqa sorveglia i bordelli con le donne-schiave destinate ai miliziani dello Stato Islamico (Isis). Aqsa Mahmood nasce in uno dei quartieri più ricchi di Glasgow, dove il padre Muzaffar era arrivato negli Anni 70 accompagnato da fama e stipendio a molti zeri dovuto al fatto di essere il primo giocatore di cricket pakistano in Scozia.

Ne parla Maurizio Molinari su La Stampa:

Dal matrimonio con Khalida, anch’essa pakistana, sono nati quattro figli, tutti educati nelle scuole private scozzesi, fino al prestigioso liceo Craigholme. È un mondo fatto di agi e privilegi, che vede Aqsa crescere ascoltando Coldplay, leggendo “Harry Potter” e andando con le amiche a vedere “The Hunger Games”. Nella sua stanza vi sono ancora i braccialetti colorati che pendono dalle lampade, ognuno col nome di un’amica del cuore. Sembra la storia di un’integrazione di successo in Gran Bretagna ma cela l’esatto opposto. Nel novembre del 2013 Aqsa, appena 19enne, dice ai genitori che vuole andare a fare un viaggio, li saluta con abbracci, bacia la nonna dicendole «Con la benedizione di Allah» e svanisce nel nulla per 96 ore, al termine delle quali chiama a casa dalla Siria per far sapere alla famiglia di aver scelto la Jihad. I genitori, disperati, le chiedono di tornare indietro ma lei oramai è in un mondo diverso, assume il nome di «Umm Layth» e sono i media pakistani a svelare, lo scorso settembre, che ha fatto carriera nella struttura interna del Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi.

Risiede infatti a Raqqa, la capitale, si è sposata con un jihadista straniero e ricopre un incarico di alta responsabilità: guida un’unità della polizia femminile «Brigata Al-Khamsaa» che gestisce uno dei bordelli dove sono state rinchiuse le ragazze yazidi rapite in Iraq e trasformate in schiave da dare in pasto ai miliziani di Isis. Aqsa Mahmood sarebbe in particolare alla guida di un gruppo di jihadiste straniere, britanniche e forse anche francesi, il cui compito è di convincere le donne-schiave a «non opporre resistenza» davanti ai voleri del Califfo.

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