ROMA – Dall’asilo nido all’assegno di maternità, dalle le borse di studio agli sconti su acqua, luce e gas. Sono sempre più numerose le situazioni in cui per accedere a un servizio o a una prestazione sociale bisognerà esibire l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee), che quantifica quanto si è meritevoli di aiuto.
Ma dal 2015 debutta una versione dell’Isee che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe rendere la vita più difficile ai furbetti.
Ecco alcune novità:
L‘indicazione della totalità dei redditi, anche quelli esenti dalle tasse. O una riduzione delle informazioni autocertificabili, con quelle più importanti, per esempio il reddito e agevolazioni di cui si è già beneficiari, compilati in automatico grazie a un collegamento ai database dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps.
Maggiori controlli su conti correnti e depositi (prima della riforma l’80% delle famiglie dichiarava di non avere soldi in banca) e la richiesta della giacenza media annua e non più solo quella al 31 dicembre, giorno in cui molti magicamente svuotavano il, contro per poi ricostituirlo il 1 gennaio. A seconda dell’utilizzo cambia inoltre le modalità di calcolo dell’Isee, che avrà un modello standard e altri “dedicati”, ad esempio per l’accesso alle borse di studio delle università o per le prestazioni sociosanitarie.
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