ROMA – Dopo Londra, dal prossimo 15 dicembre anche la Svezia dedicherà una mostra a Cristobal Balenciaga, genio indiscusso che rivoluzionò le regole della moda e il modo di vestire dagli anni ’30 agli anni ’60.
Per chi non lo sapesse, abiti come la tunica, la gonna a palloncino ma anche il taglio baby-doll o il vestito a sacco, rappresentano solo alcune delle linee ideate da Balenciaga che sovvertirono le regole della moda dei primi del Novecento. Cristobal Balenciaga non fu semplicemente uno stilista: la sua straordinaria creatività rinnovò la moda ed è solo grazie a lui se oggi possiamo sfoggiare determinate linee di abiti.
A tal proposito, però, una riflessione mi è sorta spontanea. E’ giusta questa abitudine della moda di pretendere di sostituire un genio? Mi spiego meglio. Taluni mi dicono che, quando si tratta della moda attuale, risulto troppo chiusa e severa. La Storia della Moda e la Moda passata rappresentano però un punto di riferimento troppo importante per riuscire a capire quella contemporanea. Negli ultimi 60 anni non si può non ammettere che la cultura tessile abbia subito un impoverimento a tutti i livelli.
Mi rendo conto che per i più giovani, riuscire ad interpretare questo passaggio non è semplice ma studiando un po’ di Storia della Moda è facile rendersi conto di come, negli ultimi anni, ci sia stato un impoverimento generale dei tessuti e dello stile e viene naturale il confronto con un Balenciaga di Cristobal Balenciaga e quelli pretesi tali di oggi.
Basta riflettere: morto Caravaggio nessuno ha mai pensato di realizzare una “linea” Caravaggio. L’artista non c’era più, fine. Era il momento di nuove idee, migliori o semplicemente diverse. Nella moda, al contrario dell’Arte, questo non c’è. La voglia di fare business spesso prevale sull’onestà intellettuale e sulla credibilità. Questo, di fatto, incide sulla qualità prezzo e, azzardo, anche sull’attuale società rispetto alla percezione della Moda. Come possiamo sperare che i giovani di oggi realizzino nuova Moda se non conoscono la Storia? Di questo passo, i ventenni saranno progressivamente dis-educati alla qualità assoluta di certi capi di determinate firme, rette all’epoca da chi con il proprio nome ci metteva la faccia. (Foto: Ansa).
di Claudia Emme
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