ROMA – Una “vita difficile, drammatica, avventurosa” di una donna di cui “guardiamo anche l’aspetto privato, ne vediamo la parte dura, severa, a tratti cattiva con i detenuti”, oltre a quello “più intimo, fragile e vulnerabile e quindi di una donna qualsiasi”. Così Valeria Golino definisce Armida Miserere, l’eroina realmente esistita, prima donna direttrice di un carcere di massima sicurezza, che interpreta nel suo ultimo film, “Come il vento”, di Marco Simon Puccioni.
“Non è un film sociologico, ma è il ritratto di una donna”, aggiunge l’attrice, soffermandosi poi sulle sponsorizzazioni che hanno reso possibile la realizzazione della pellicola. “Il cinema italiano d’autore è in difficoltà e occasioni come queste sono preziose. Spesso a mettersi in gioco sono imprese piccole e medie che dimostrano sensibilità e coraggio. Spero che le leggi andranno incontro alle persone che rischiano”.
Il riferimento è al “matrimonio” tra cinema e vino, il contributo del produttore vinicolo triestino, Edi Kante, che ha promosso la presentazione del film a Trieste, dopo l’attenzione riscossa al Festival di Roma. Il film, distribuito da Ambi Pictures, è uscito nelle sale il 28 novembre.
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