Salvo: trama e recensione del film

25 Giugno 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Salvo (l’israeliano Saleh Bakri) è un killer di mafia solitario e spietato; in una mattina d’estate entra nella casa di un rivale per un regolamento di conti. In casa c’è solo Rita( Sara Serraiocco), la sorella cieca dell’uomo che deve uccidere; Salvo decide allora di attendere l’uomo che deve fare fuori e, nell’attesa, inizia ad osservare la solitudine nella quale vive Rita…

“Salvo” è l’opera prima di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, già sceneggiatori, che riescono nell’arduo compito di dare vita ad un poliziesco che rifiuta qualsiasi tono da noir, preferendo invece affidarsi ad un linguaggio visivo fortissimo e ad un’intelligente “avarizia” di parole. Presentato con successo alla Settimana della Critica durante l’ultimo Festival di Cannes, la pellicola sembra essere il frutto di due coraggiosi ed entusiasti cineasti, in grado di allontanarsi dai classici stereotipi dei film sulla mafia, per buttarsi con audacia alla ricerca di un nuovo linguaggio cinematografico. Il risultato forse non è perfetto, ma sicuramente di grande impatto emotivo e di indubbio fascino estetico.