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Lina Wertmuller racconta i suoi film: “Mai fatto una commedia all’italiana”

GERUSALEMME – ”Non ho mai fatto una commedia all’italiana, piuttosto i miei film hanno la cifra del grottesco”: parola di Lina Wertmuller che così ha descritto il suo cinema alla Fiera del Libro di Gerusalemme dove ha presentato la sua autobiografia ‘Tutto a posto e niente in ordine’ (Mondadori).

Invitata dall’Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv e Haifa (diretto da Carmela Callea), Wertmuller – occhiali bianchi di rigore ben visibili, come da sempre indossa, pur variando di colore – ha spiegato di preferire il grottesco ”perché ha una linea ‘ingrossata’, ipertrofica, rispetto alla realtà. Rappresenta meglio l’esistenza”.

Ma nelle sue opere – come ha precisato, definendosi ‘una regista di buon umore’ (sottotitolo del libro) – non c’è ”nulla della memoria di me”. ”Sono estroflessa – ha detto – mi piacciono gli altri. Sono curiosa e mi sono sempre interessata piu’ agli altri”. Il bello, a suo giudizio, è ”il raccontare” e si vede anche dal libro che ripercorre una carriera straordinaria tra cinema e teatro. Un testo dalla ”scrittura filmica” che fonde pezzi di vita privata – insieme all’amato marito Enrico Job – ed episodi della ribalta internazionale. Come quella volta – ha ricordato – che a Sofia Loren rimproverò ironicamente di ”non essersi fatta un giretto con Cary Grant, gran signore e bellissimo uomo”.

Con la sua bonarietà romana – pur essendo di antenati svizzeri e altolocati – ha poi smontato il ‘mito’ di quei titoli lunghi dei suoi film che negli anni ’70 diventarono un po’ la sua caratteristica: ”Era solo un gioco. Un modo di andare contro i produttori che sognano un titolo breve, da mettere in grande. E’ la mia anima scugnizza”.

Attaccata invece ai dialetti: ”se non si conoscono, non si conosce l’italiano. Tutti i miei attori li hanno imparati”. Si è detta ”una donna fortunata” e che ”rifarebbe tutto quello che ha fatto”. Le uniche volte che nel corso della serata la sua voce è diventata più grave è stata quando ha parlato, in apertura, della Shoah (”Hitler è stato una carogna, mi sono vergognata dell’umanità vedendo le scene dei campi di sterminio”) e, poi, di Mariangela Melato, appena scomparsa (”Una grande attrice, una grande amica… Un’ingiustizia che se ne sia andata”). E stasera alla Cineteca di Gerusalemme, in onore suo ma anche della Melato, sarà proiettato ‘Mimi’ metallurgico’.

aavico

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