ROMA – Nel 1974, all’università di Oxford, il professor Coupland inizia un esperimento molto particolare; oggetto dello studio è Jane, una ragazza a cui è stata diagnosticata la schizofrenia ma che invece sostiene di essere posseduta da una presenza che si chiama Evey.
John Pogue affronta il paranormale con atteggiamento scientifico nell’horror “Le origini del male”, sviluppando uno schema consolidato, non privo di una certa vaghezza nel finale della storia, ma avvincente; specialmente gli inserti in bianco e nero trovano grande forza espressiva, poiché esprimono al meglio la crudezza dello scontro fra razionalità e ossessione. Una pellicola che non deluderà gli amanti del genere, sebbene non riesca a dire qualcosa di veramente nuovo sull’argomento.
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