ROMA – Opera prima del talentuoso regista livornese Paolo Virzì, “La bella vita” è un bel film da rivedere, specialmente per andare alla ricerca di quei temi che poi Virzì svilupperà più ampiamente in altre sue pellicole più note.
Sabrina Ferilli è una commessa di un supermercato alle prese con un triangolo amoroso con un cassaintegrato e un fatuo imbonitore televisivo; al di là della sensualità della storia però, il vero tema del film sembra ruotare intorno all’analisi sociale del malessere di una classe operaia che ha smarrito la sua identità.
Vincitore di due nastri d’argento e di un David di Donatello al miglior regista esordiente, “La bella vita” è un buon film che varrebbe la pena di rivedere anche per apprezzare l’interessante interpretazione di una Ferilli agli inizi.
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