Ferzan Ozpetek: "Racconto le turbolenze della vita"

Ferzan Ozpetek: “Racconto le turbolenze della vita”

3 Marzo 2014 - di aavico

ROMA – Tra commedia e autentico dramma arriva “Allacciate le cinture” di Ferzan Ozpetek, dove sono di scena amori, tempo (esattamente 13 anni) e malattia. Un film ”sulla vita”, così lo definisce il regista, che vira con coraggio verso il dolore fino alla morte lasciando però margini all’ironia. Nel film, che sarà nelle sale dal 6 marzo distribuito da 01 in 350 copie, protagonista assoluta un’inedita Kasia Smutniak nei panni di Elena una donna legata a Giorgio (Francesco Scianna) e che ha come grande amico Fabio (Filippo Scicchitano). Ma nella vita di Elena entra di prepotenza Antonio (l’ex tronista Francesco Arca), un meccanico razzista, machista e rozzo che, tra l’altro, è il fidanzato della sua migliore amica Silvia (Carolina Crescentini).

Il trasporto verso il fascino muscolare e basico di Antonio, un uomo buono come sono spesso le persone semplici, non permette ad Elena di rinunciare ad Antonio. Passano tredici anni (siamo nel 2013) e anche per Elena e Antonio è passato il tempo. Si sono sposati e hanno due figli. Lui continua ad essere uno che non riesce proprio ad essere fedele e ragazzino quanto basta ed Elena invece una donna concreta senza troppe fisime. Ma per la donna inizia la tragedia. Un analisi al seno rivela che ha un tumore maligno. E qui Ozpetek non risparmia nulla. La sala della chemioterapia, la caduta dei capelli, la parrucca e anche l’amore consumato con il marito in ospedale che non si cura dell’aspetto della moglie malata (una delle scene più crude del film). Poi il finale che vira ancora verso la commedia perché, come ha spiegato il regista de Il bagno turco: ”il titolo ‘Allacciate le cinture’ significa che arriva sempre un momento nella vita in cui, proprio come in aereo, ci sono turbolenze.

Ma questo film parla soprattutto di vita, amicizia e malattia attraverso una grande storia d’amore. Ho ormai 55 anni e so che quello che conta alla fine è solo l’amore e l’amicizia”. ”Circa sei anni fa – spiega Ozpetek – ho invitato a cena da me un’amica che non era stata bene e che era molto cambiata fisicamente. Forse sbagliando, gli ho chiesto se aveva ancora rapporti con il marito. E lei mi ha detto sì che lo faceva ancora aggiungendo: ‘agli uomini non fa schifo niente” Mi è venuto da piangere, ho sentito l’amore tra loro”. Sulla scelta di Arca come protagonista dice il regista:”su Twitter mi hanno insultato per questa scelta. Ma appena l’ho visto ho capito che era lui Antonio anche perché aveva negli occhi la dimostrazione che c’è un istinto animale”. Da Kasia Smutniak, infine, la consapevolezza ”che la felicità si nasconde nei piccoli gesti. L’amore e poi la morte sono due cose che ti riportano a te stesso”. Mentre un timido e palestrato Arca in conferenza stampa confessa: ”il provino è stata una via crucis. E’ durato circa un mese, poi c’é stata la scelta e per me è stato un sogno”.