come due coccodrilli

“Come due coccodrilli”, il film di Giacomo Campiotti da rivedere

8 Aprile 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Gabriele (un bravissimo Fabrizio Bentivoglio) vive a Parigi dove lavora come mercante d’arte; dopo vent’anni torna in Italia, sul lago di Como, per vendicarsi dei fratellastri da cui ha subito torti e umiliazioni durante l’adolescenza. La seconda pellicola di Giacomo Campiotti, già allievo di Ermanno Olmi, merita sul serio di essere rivista da tutti coloro che amano la settima arte, poiché rappresenta un esempio eccellente di film che sa unire al suo interno analisi psicologica, sentimento e originalità stilistica; basti pensare al passato del protagonista, che non si limita ad essere evocato mentalmente e verbalmente, ma piano piano, nel corso della storia, si materializza attraverso persone e cose. Un ottimo cast (fra cui spiccano Valeria Golino e Giancarlo Giannini) completa il tutto, rendendo a tutti gli effetti “Come due coccodrilli” un film importante all’interno del panorama cinematografico italiano degli ultimi venti anni. Vincitore di numerosi premi, fra cui il David di Donatello a Giancarlo Giannini come miglior attore non protagonista nel 1995, il film riesce nel delicato compito di far riflettere lo spettatore sul significato più profondo della vendetta e sull’impossibilità di costruire la propria felicità sull’infelicità altrui.