ROMA – Prima indossava la maglia con la scritta Boia chi molla, ora è tutto politically correct. E’ la metamorfosi subita da Gigi Buffon, secondo Pierluigi Panza che gli dedica un articolo su Corriere.it. Che ci sia lo zampino di Ilaria D’Amico dietro questa evoluzione? Ecco cosa scrive Panza:
Quando vedo entrare in campo il Buffon mi si trasfigura nella Boldrini (anzi no, Boldrini senza l’articolo determinativo femminile, il Buffon e Boldrini). Spiego perché. Una volta il Gigi era proprio uno dei quei ragazzi da amici al bar, che metteva la maglietta Boia chi molla senza conoscerne il significato. Ma era un gatto tra i pali. Poi lo prese, con il maldischiena, anche una certa malinconia e iniziò la sua metamorfosi. Si convertì, un po’ superficialmente, al politically correct facendone la sua ragione sportiva. Che ora applica con la foga del convertito.
Il massimo, però, è poterci mettere la faccia a fine partita. Gli devono aver spiegato che è elegante prendersi le colpe anche quando non sono proprie. E così, ogni volta che va male qualcosa, anche se lui non c’entra niente, si precipita al microfono scagionando gli altri. Se c’è una rissa, la sua recita raggiunge il vertice: lui è da premio Nobel per la Pace.
In compenso non para più, ma che importa? Buffon, fai una cosa: torna te stesso e para. Oppure fai l’alto rappresentante Onu
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