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Stai buttando soldi, cosa un purificatore d’aria non può fare: prima lo sai prima risparmi

L’attenzione al design e alla sigillatura del filtro è altrettanto decisiva per garantire l’efficacia reale del dispositivo.

Nel mercato italiano, la consapevolezza riguardo ai purificatori d’aria domestici è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, grazie anche a nuove ricerche scientifiche e progressi tecnologici.

Tuttavia, tanti consumatori continuano a comprare dispositivi senza conoscere realmente le loro prestazioni e limiti. È fondamentale quindi fare chiarezza su cosa può e cosa non può fare un purificatore d’aria, per evitare sprechi inutili e rischi per la salute.

Il ruolo cruciale dei filtri HEPA e le loro evoluzioni

Il cuore di un buon purificatore d’aria è il filtro HEPA (High-efficiency particulate air), ormai riconosciuto come standard di riferimento nel settore della purificazione dell’aria. Questi filtri sono in grado di catturare almeno il 99,97% delle particelle sospese fino a 0,3 micron, una caratteristica certificata dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. L’origine di questa tecnologia risale agli anni ’40, quando veniva impiegata per proteggere i soldati dalle radiazioni atomiche durante la Seconda Guerra Mondiale.

Negli ultimi anni, alcune aziende svizzere come IQAir hanno perfezionato il concetto introducendo il filtro HyperHEPA, che eleva ulteriormente la soglia di filtrazione fino a particelle di 0,003 micron, ovvero 100 volte più piccole rispetto allo standard tradizionale. Questa tecnologia avanzata rappresenta oggi il massimo livello di protezione contro particelle ultrafini, virus, batteri e altri agenti inquinanti.

Ma non basta solo il filtro: la qualità del design del purificatore è altrettanto importante. Molti dispositivi sul mercato, pur utilizzando carta HEPA, non garantiscono una tenuta ermetica, permettendo così la fuoriuscita di aria non filtrata attraverso fessure o spazi attorno al filtro.

Questo porta a una riduzione significativa dell’efficacia reale del prodotto, che in alcuni casi scende all’80% o meno. Progetti come la sigillatura brevettata 3D UltraSeal di IQAir sono esempi di come si possa minimizzare questo problema garantendo la massima efficienza di filtrazione.

L’importanza della filtrazione dei gas: oltre il semplice HEPA

I filtri HEPA sono eccellenti nel rimuovere particelle solide, ma non sono efficaci contro gas, odori e composti organici volatili (VOC), che sono molecole molto più piccole e difficili da trattenere. Per questo motivo, un sistema di purificazione completo deve includere anche filtri a carbone attivo.

Cosa devi sapere – ladyblitz.it

Il carbone attivo funziona attraverso un processo chiamato adsorbimento: grazie alla sua enorme superficie porosa, riesce a catturare chimicamente molecole di gas e odori, incluse sostanze chimiche provenienti da cucine, fumo, animali domestici e inquinamento urbano.

Alcuni modelli avanzati, come il GC MultiGas di IQAir, contengono fino a 12 chili di carbone attivo impregnato di allumina per massimizzare la capacità di assorbimento.

Cosa evitare: ionizzatori, generatori di ozono e purificatori a luce UV

Non tutti i purificatori d’aria sono sicuri o efficaci. Ad esempio, i dispositivi a ionizzazione negativa non rimuovono realmente le particelle dall’aria, ma le fanno semplicemente aderire a superfici vicine, compresi muri e mobili, e soprattutto alle vie respiratorie, il che può causare problemi respiratori e cardiaci. Inoltre, molti ionizzatori producono ozono, un gas tossico in grado di irritare le vie respiratorie, scatenare attacchi d’asma e danneggiare persino il bulbo olfattivo.

I generatori di ozono sono ancora più pericolosi. Nonostante l’ozono possa ossidare alcune molecole inquinanti, la sua produzione in ambienti chiusi risulta tossica e può portare a gravi problemi di salute. Per questo motivo, regioni come la California hanno vietato l’uso domestico di questi dispositivi dal 2017.

Infine, i purificatori con luce ultravioletta (UV), sebbene efficaci in ambito ospedaliero per disinfettare superfici e ambienti, non sono altrettanto validi nella purificazione dell’aria domestica. La luce UV richiede un’esposizione prolungata per inattivare virus e batteri, cosa che i dispositivi casalinghi non garantiscono. Inoltre, l’esposizione diretta alla luce UV può essere dannosa per pelle e occhi, e questi dispositivi possono produrre ozono come effetto collaterale.

A oggi, la scelta più sicura e scientificamente comprovata per migliorare la qualità dell’aria interna rimane quella di un purificatore dotato di filtri HEPA o HyperHEPA certificati, abbinati a sistemi di filtrazione a carbone attivo per i gas.

Ilaria Broglio

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