Tutto quello da sapere sul glutatione, l'antiossidante più potente del nostro corpo

Tutto quello da sapere sul glutatione, l’antiossidante più potente del nostro corpo

22 Marzo 2022 - di Claudia Montanari

Il glutatione è uno degli antiossidanti più potenti che il nostro stesso corpo produce. È particolarmente utile quando si soffre di stress ossidativo, poiché combatte i radicali liberi prodotti soprattutto nelle situazioni di stress, in cui, inoltre, si verificano importanti cambiamenti metabolici. È anche particolarmente efficace contro le tossine esogene come benzeni, metalli pesanti, pesticidi e altri.

Livelli di glutatione e invecchiamento

Sappiamo che esiste una relazione diretta tra l’invecchiamento e la diminuzione delle concentrazioni intracellulari di glutatione e viceversa. Quindi il glutatione è, in un certo senso, una molecola che aiuta a proteggere il corpo dalle tossine e dai danni cellulari. Livelli corretti di glutatione aiuteranno a mantenere il sistema immunitario in buone condizioni, disintossicano il sistema epatico e riducono il rischio di malattie croniche.

Come si ottiene il glutatione?

Anche se il glutatione è prodotto dal nostro corpo, principalmente dal fegato, se per diversi motivi ne abbiamo livelli bassi può essere integrato per via orale e per via iniettabile. In realtà, questa molecola ha pochissima biodisponibilità, poiché quando raggiunge l’apparato digerente si degrada prima del suo assorbimento. Quindi la forma esterna più stabile di questa molecola è quella iniettabile. Un altro modo di assumere il glutatione sono le capsule liposomiche di Glutatione, il cui effetto è molto benefico.

E si può assumere con la dieta?

Un’altra opzione è quella di aggiungere alla nostra dieta alcune sostanze, in grado di attivare il glutatione o la formazione di glutatione da parte del nostro organismo, tra cui spiccano il cardo mariano o la silimarina, la N-acetil cisteina o la superossido dismutasi.

Ovviamente, se evitiamo l’esposizione alle tossine e aumentiamo l’assunzione di cibi sani, migliorerà anche il contenuto di glutatione. Alcuni alimenti sono fonti naturali di questa molecola e questi sono: carne, pollo, pesce, frutta e verdura fresca, cotta e cruda. D’altra parte, ci sono altri alimenti che migliorano la sintesi di glutatione come broccoli , cavolini di Bruxelles, cavolfiori, cavoli, cipolle e aglio.

Proprietà del glutatione

Buon spazzino di radicali liberi

Come abbiamo sottolineato, la sua proprietà principale è che agisce come un antiossidante e aiuta a proteggere i danni cellulari. Nelle cellule sane c’è un alto contenuto di questa molecola. Mantiene anche alti i livelli di vitamina C ed E.

Aiuta a ridurre il danno alle cellule del fegato

Il glutatione aiuta a proteggere il fegato dai radicali liberi prodotti durante la neutralizzazione delle tossine. Tra le varie funzioni, il fegato ha anche quella di filtrare le tossine provenienti dall’intestino e presenti nel sangue. Nella fase successiva, il fegato si occupa della loro neutralizzazione. Ed è nella prima fase di disintossicazione in cui si generano molti radicali liberi su cui il glutatione deve intervenire. Un fegato sano è in genere in grado di eliminare il 99% delle tossine presenti nel corpo.

Migliora la sensibilità all’insulina

Sappiamo che uno dei problemi con l’insorgenza del diabete di tipo II è la resistenza all’insulina. Ebbene, ci sono studi che indicano che le persone con insulino-resistenza hanno livelli più bassi di glutatione nelle loro cellule.

Ci sono anche prove che nelle persone che soffrono di morbo di Parkinson, i livelli di glutatione sono molto bassi o quasi nulli, motivo per cui alcuni studi propongono un integratore di glutatione iniettabile per aumentarne i livelli.

Effetto disintossicante

Protegge dai danni delle tossine e neutralizza gli effetti delle sostanze chimiche tossiche e dell’inquinamento. E in caso di consumo eccessivo di alcol, aiuta a metabolizzare detta sostanza. Infatti, quando si beve troppo, i livelli di glutatione diminuiscono ed è per questo che aumentano i livelli di acetaldeide, che provoca quel malessere generale così caratteristico dei postumi di una sbornia.