Un piccolo graffio sulle padelle in Teflon può contaminare il cibo con milioni di PFAS: uno studio lancia l'allarme (ladyblitz.it)
Le padelle antiaderenti rivestite in Teflon sono da decenni tra gli strumenti più utilizzati in cucina, grazie alla loro capacità di evitare che il cibo si attacchi senza bisogno di eccessivo olio o burro. Tuttavia, una recente ricerca condotta in Australia suggerisce che un singolo graffio sulla superficie antiaderente è sufficiente per rilasciare milioni di microplastiche e particelle di PFAS, sostanze chimiche note per la loro persistenza nell’ambiente e la loro tossicità per la salute umana.
Gli scienziati sottolineano come queste microparticelle possano facilmente contaminare il cibo, portando a un’esposizione involontaria e continua a sostanze dannose che si accumulano nell’organismo e impiegano anni per essere eliminate.
I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) sono composti chimici artificiali ampiamente utilizzati per la loro capacità di rendere i materiali impermeabili all’acqua e ai grassi. Oltre che negli utensili da cucina, si trovano in confezioni alimentari, tessuti impermeabili, prodotti per la cura della persona e persino nell’acqua potabile.
Queste sostanze sono soprannominate “sostanze chimiche eterne” perché non si degradano facilmente nell’ambiente. Il problema principale è che, una volta ingeriti, i PFAS si accumulano nel sangue e negli organi, con studi che hanno dimostrato la loro presenza nel 99% della popolazione americana e in livelli preoccupanti anche tra i cittadini europei.
La ricerca condotta dall’Università di Newcastle ha evidenziato che un semplice graffio di pochi centimetri su una padella in Teflon può liberare fino a 2,3 milioni di particelle di microplastica e nanoparticelle. Queste particelle possono mescolarsi con gli alimenti durante la cottura e, una volta ingerite, possono attraversare il tratto digestivo e accumularsi nell’organismo, aumentando il rischio di effetti nocivi sulla salute.
Numerosi studi scientifici hanno collegato l’esposizione ai PFAS a una serie di gravi problemi di salute. Tra i principali rischi identificati vi sono:
Nonostante la crescente preoccupazione scientifica, negli Stati Uniti e in molti altri paesi le regolamentazioni sui PFAS nei prodotti di uso quotidiano sono ancora limitate. Alcuni stati, come il Maine, hanno iniziato a vietare l’uso di queste sostanze in alcuni settori, ma il problema rimane diffuso a livello globale.
Padelle antiaderenti: quando diventano pericolose? (ladyblitz.it)
Le padelle antiaderenti sono considerate sicure quando il rivestimento in Teflon è integro, ma diventano un rischio quando iniziano a mostrare segni di usura. Anche un piccolo graffio sulla superficie può esporre il cibo a milioni di particelle microscopiche, rendendo fondamentale sostituire tempestivamente gli utensili danneggiati.
Secondo gli esperti, la cottura a temperature elevate può aggravare ulteriormente il problema. Quando le padelle antiaderenti vengono surriscaldate oltre i 260°C, il Teflon inizia a degradarsi, rilasciando non solo particelle di plastica, ma anche fumi tossici che possono causare sintomi simili all’influenza, noti come febbre da fumi di polimero.
Per limitare i rischi, gli scienziati consigliano di: Evitare l’uso di utensili metallici che possano graffiare la superficie antiaderente. Non surriscaldare le padelle oltre la temperatura consigliata dal produttore. Controllare regolarmente lo stato del rivestimento e sostituire le padelle danneggiate.
Per chi desidera ridurre l’esposizione ai PFAS, esistono alternative più sicure alle padelle antiaderenti tradizionali. Tra le opzioni consigliate dagli esperti vi sono:
La crescente consapevolezza sugli effetti negativi delle microplastiche e delle sostanze chimiche nei prodotti di uso quotidiano sta spingendo sempre più consumatori a scegliere materiali più sicuri per la cucina.
Nonostante le evidenze scientifiche sui rischi legati ai PFAS, la regolamentazione a livello globale rimane frammentaria. Alcuni paesi europei stanno valutando restrizioni più severe, mentre negli Stati Uniti l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA) ha annunciato nuove linee guida per limitare la presenza di PFAS nell’acqua potabile.
Tuttavia, il problema non riguarda solo l’acqua, ma anche il cibo e l’esposizione quotidiana attraverso utensili da cucina, imballaggi alimentari e prodotti di largo consumo. Senza misure più stringenti, il rischio per la salute pubblica rimane elevato.
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