Restare sposati a lungo abbassa il rischio di demenza

Restare sposati a lungo abbassa il rischio di demenza

27 Gennaio 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Restare sposati a lungo abbassa il rischio di demenza. E’ quanto evidenzia una ricerca pubblicata di recente e basata sui dati delle indagini relative alla salute dello studio HUNT nel Nord-Trøndelag. Sono state coinvolte circa 150.000 persone. “Essere sposati può avere un’influenza sulla fattori di rischio per la demenza”, afferma Vegard Skirbekk del Norwegian Institute of Public Health (NIPH/FHI).

Per arrivare alle loro conclusioni, i ricercatori hanno esaminato diversi tipi di stato civile nelle persone per un periodo di 24 anni, dall’età di 44 fino a 68 anni. Gli studiosi hanno verificato se questo stato fosse correlato a una diagnosi clinica di demenza o lieve deterioramento cognitivo dopo l’età di 70 anni. I risultati mostrano che il gruppo che è rimasto sposato per tutto il periodo ha avuto una più bassa incidenza di demenza.

Demenza, l’incidenza più alta è stata riscontrata nei divorziati e nei single.

Asta Håberg, medico presso il St. Olav’s Hospital e professore presso NTNU, ha spiegato: “Che cosa causi esattamente la demenza è un mistero. Questo sondaggio indica che essere sposati e un minor rischio di demenza sono collegati, ma non sappiamo perché”, dice Håberg.

“Una teoria è stata che le persone sposate vivono una vita più sana e che questo spiega le differenze nel rischio di varie malattie”. Tuttavia, non sono riusciti a trovare delle differenze di salute tra sposati e non sposati, che spiegassero tale incidenza. Non c’è una causa-effetto.

I ricercatori hanno scoperto che anche avere figli aveva un significato e riduceva il rischio di demenza del 60% tra le persone non sposate nello studio. “Alcune persone hanno teorizzato che se hai figli, rimani più coinvolto cognitivamente. Ad esempio, devi avere a che fare con le persone e partecipare ad attività che altrimenti non dovresti. Questo stimola il tuo cervello in modo che possibilmente funzioni meglio. In questo modo crei una sorta di riserva cognitiva”, afferma Håberg. Foto da Pixabay. Fonte: Medical X Press.

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