Quello che mangiamo da bambini influenza i nostri gusti futuri

Quello che mangiamo da bambini influenza i nostri gusti futuri

13 Gennaio 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Esiste una forte relazione tra ciò che mangiamo nella prima parte della vita, da neonati o da bambini piccoli, e le preferenze alimentari da adulti. Questa relazione dipende dagli effetti che la nostra prima esperienza con il cibo ha sul cervello. Lo evidenzia un nuovo studio dei ricercatori della Stony Brook University. La ricerca, pubblicata su Science Advances, sottolinea l’importanza dell’esposizione precoce a una varietà di gusti e identifica le basi neurali che regolano le preferenze per i cibi, fornendo nuove importanti informazioni sulla relazione tra nutrizione e funzione cerebrale.

Come è stato svolto lo studio.

Il team di ricercatori del Dipartimento di Neurobiologia e Comportamento della Renaissance School of Medicine ha esposto gruppi di topi a una varietà di soluzioni gustative per una settimana. Uno aveva topi svezzati, l’altro adulti. I topi che hanno sperimentato la varietà del gusto all’inizio della vita avevano una preferenza più forte per i gusti dolci nell’età adulta rispetto al gruppo di controllo.

“La nostra ricerca è diretta a valutare se e come l’esperienza gustativa e la dieta influenzino lo sviluppo del cervello. Questo studio dimostra che l’esperienza gustativa ha effetti fondamentali sul cervello. I prossimi passi saranno determinare in che modo diete diverse come un alto contenuto di grassi, o un alto contenuto di zucchero o sale, possano influenzare le preferenze di gusto e l’attività neurale”, spiega Arianna Maffei, autore senior e professore presso il Dipartimento di Neurobiologia e Comportamento.

“È stato sorprendente scoprire quanto fossero duraturi gli effetti della prima esperienza con il gusto nei gruppi di giovani”, afferma Schiff. “La presenza di un ‘periodo critico’ del ciclo di vita per lo sviluppo della preferenza di gusto è stata una scoperta unica ed entusiasmante. L’opinione prevalente di altri studi precedenti a questa scoperta era che il gusto non avesse una finestra definita di maggiore sensibilità all’esperienza come altri sistemi sensoriali quali la vista, l’udito e il tatto”. Fonte: Medical X Press. Foto di StockSnap da Pixabay.

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